Cent’anni per “ritrovare” tutti i segratesi Caduti nella Prima Guerra. Borsotti: Doveroso ricordarli

Uno dei ruoli matricolari consultati dall'autore della ricerca presso l'Archivio di Stato di Milano

Cento anni, un secolo. Tanto il tempo che ci è voluto per conoscere tutti i nomi dei caduti segratesi nella Prima Guerra mondiale: le loro storie ancora giacciono su centinaia di metri lineari di scaffali impolverati e hanno atteso 100 anni prima di venire alla luce. Merito del giornalista del Giornale di Segrate Mattia Borsotti, che ha presentato i risultati di una ricerca che lo ha portato in Archivio di Stato di Milano dove sono confluiti i documenti dei distretti militari di Milano, Lodi e Monza.

LA RICERCA ALL’ARCHIVIO DI STATO: «UN RISULTATO SORPRENDENTE»

«Recandomi alla commemorazione del 4 novembre scorso come cronista – spiega Borsotti – mi venne la curiosità di chiedere se la lapide del cimitero fosse davvero completa di tutti i nomi. Da appassionato di storia, sapevo che molti potevano essere stati dimenticati o addirittura omessi. Scoprì così che ne mancavano “un paio” e da quel momento ho iniziato a studiare come trovarli». Un’intuizione che si è presto rivelata esatta. «Qualche giorno più tardi, confrontando i nomi delle due lapidi del cimitero, quelli dei segratesi contenuti nella ricerca di Franco Cabassi in coda alla pubblicazione dell’Associazione Nazionale Alpini per il 50°, e i nomi dei nati a Segrate contenuti nell’Albo d’Oro della Lombardia, il risultato è stato davvero sorprendente. Oltre trenta caduti mancavano infatti all’appello». E così è iniziata la ricerca vera e propria dei segratesi finora rimasti nell’oblio.

BORSOTTI: DOVEROSO RICORDARE, IN OCCASIONE DEL CENTENARIO, TUTTI I NOSTRI CADUTI

«Cercando di analizzare più a fondo la questione ho scoperto quello che sembra un paradosso: la maggior parte di coloro sono ricordati sul marmo del cimitero non sono di Segrate, ma sono nati altrove, e cosa ancor più strana, la maggior parte dei segratesi di nascita non sono menzionati – dice Borsotti – mi pare un segno evidente del fatto che al tempo ci fosse grande migrazione nelle campagne e che gli uomini cambiassero paese più sovente di quanto non si creda». E così, quando finì la guerra, nei loro paesi di nascita non li ricordava più nessuno. «Verosimilmente, queste persone sono state o sono tuttora ricordate nei paesi dove si erano trasferite – dice l’autore della ricerca – credo però che a cento anni dalla fine del tremendo conflitto sia giusto e doveroso ricordare tutti loro, compresi i segratesi che la Guerra ha trovato a vivere altrove». Chi volesse iniziare ora una ricerca avrebbe certamente più informazioni rispetto ad un anno fa: oltre ai nomi di alcuni di loro erano infatti per tutti sconosciute la “maternità”, la “matricola”, la “professione”. La prima permette di avere informazioni sul ramo materno della famiglia; la conoscenza della seconda permette di accedere a documenti di tipo militare; la professione di ognuno ci offre uno spaccato della società di allora. Tutte le informazioni sono state verificate confrontandole con le varie fonti a disposizione e sono servite tre giornate intere in Archivio di Stato per ottenerle, svariate nottate, decine di mail e una lettera bollata del Comune.

LA MEMORIA DEI SOLDATI IN UN VOLUME, POLDI: CHI HA CIMELI LI PORTI IN MUNICIPIO

«Questa ricerca mi è cresciuta sotto le mani e finché è stato in mio potere ho fatto tutto per estenderla. Ho ricevuto buoni consigli da amici come Angelo Vivio e Daniela Gaibotti su operare. Federica Santoro mi ha aiutato in tutti i passaggi. L’assessore Gianluca Poldi si è dimostrato da subito interessato al mio lavoro». E proprio l’amministrazione comunale, attraverso Poldi, ha deciso di sostenere il progetto lanciando un appello per il reperimento di cimeli, memorie fotografiche e scritti conservati dai segratesi. «I materiali condivisi dai cittadini – spiega l’assessore – entreranno a fare parte di una pubblicazione pensata per il Centenario e forse anche di un’esposizione».

Chi fosse in possesso di cimeli risalenti al primo conflitto mondiale, allegandovi una descrizione,  può da oggi portarli in una busta in Comune, indicando come destinatario l’Ufficio Comunicazione. Il materiale condiviso entrerà a fare parte di una pubblicazione e di un’eventuale mostra. Tutti i prestatori una volta riavuti indietro i cimeli e finite le celebrazioni riceveranno.

L’elenco dei 66 Caduti segratesi nella Prima Guerra mondiale, completo dei nomi dei trentatrè soldati nati nella nostra città “ritrovati” dalla ricerca di Borsotti presso l’Archivio di stato, è ora a disposizione della città, degli storici e degli studiosi di quel pezzo di Storia così importante per il nostro Paese.

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