Redecesio, Salmeggia e la pala d’altare riscoperta. Ma serve un nuovo “ritocco”

Gianluca Poldi, esperto di conservazione di opere d'arte, durante l'analisi effettuata sul dipinto nel 2018

Nella chiesetta di via Trento un dipinto del “Talpino”, al quale è dedicata anche una via di Segrate. L’esperto d’arte Gianluca Poldi fece riemergere la firma dell’opera, risalente al 1602, che mostra i segni del tempo. «Un restauro per valorizzarla»

 Segrate città del Talpino, se non altro d’adozione. Di Enea Salmeggia, pittore della scuola bergamasca del 1600 – così detto, pare, per un difetto alla vista – c’è infatti una testimonianza in città oltre che una via a lui dedicata, entrambe poco note. L’occasione per parlarne è data dall’iniziativa del Comune di Segrate che gli ha riservato nei giorni scorsi una “finestra” social con le immagini della pala d’altare ospitata nella Chiesetta di Sant’Ambrogio a Redecesio, che raffigura la Madonna col Bambino assieme al santo milanese e a San Carlo Borromeo (all’opera è dedicata anche una voce di Wikipedia). Ma anche un promemoria per il Comune, che nel programma elettorale aveva inserito il restauro del dipinto che mostra ormai  i segni del tempo. 

La Madonna col Bambino tra i santi Ambrogio, Carlo Borromeo, Agnese e Giovanni Battista risale al 1602

«Opera degna della Pinacoteca di Brera»

«Un’opera pregevole, la più rilevante a Segrate dal punto di vista artistico», dice Gianluca Poldi, presidente del Consiglio comunale in questo caso nella veste di esperto di analisi scientifiche per la conservazione delle opere d’arte. È stato lui, nel 2018, a riportare alla luce la firma dell’artista sul dipinto, confermando non solo l’attribuzione ma anche l’anno di realizzazione, il 1602. «Ho eseguito una riflettografia all’infrarosso, un’analisi non invasiva che ha permesso di leggere sotto agli strati pittorici e allo sporco – spiega – è un dipinto apprezzabile ed equilibrato, nello stile classico di Raffaello mediato con la pittura del suo tempo». Un’opera di alto valore, insomma («Sarebbe degna della Pinacoteca di Brera», sottolinea Poldi), oggetto d’attenzione di molti storici dell’arte, tra i quali anche Vittorio Sgarbi. E celebrata dal Comune nel 2011 con l’intitolazione di una via della città al pittore bergamasco. Si tratta di via Enea Salmeggia, appunto, una piccola appendice di via Tiepolo nella zona est di Segrate Centro dove tutte le strade sono dedicate ai pittori. A deciderlo fu l’amministrazione Alessandrini una volta completati i lavori di ristrutturazione della Chiesetta di via Trento, edificio del XV secolo la cui proprietà fu a lungo dell’Ordine degli Umiliati per poi passare al Seminario di Milano nel 1571 e, acquistata in seguito da privati, fu infine ceduta al Comune di Segrate.

La firma del pittore e la data riemersi grazie all’analisi all’infrarosso eseguita da Poldi

Un restauro per valorizzare l’opera di Salmeggia

La pala d’altare del Talpino è oggi visibile durante le messe nella chiesetta (martedì e giovedì alle 9, mercoledì alle 8.30) e gli eventi organizzati dal Comune, ma è però come dicevamo all’inizio, bisognosa di attenzioni. Sono passati infatti quasi quarant’anni dal restauro a opera della Soprintendenza di Brera in occasione di una mostra a Bergamo dedicata al pittore, era il 1985. «La mia analisi del 2018 era mirata a un futuro intervento di conservazione – spiega Poldi – l’immagine è oggi un po’ offuscata e per la sua qualità meriterebbe di sicuro un nuovo restauro anche per il controllo della cornice e del muro subito dietro, i materiali di oggi sono molto più avanzati…  nessun allarme, ma credo sarebbe un intervento doveroso per valorizzarla, renderla più leggibile». Un progetto che il Comune aveva già annunciato nel 2018, che non ha ancora avuto seguito. Per finanziare il restauro, aveva spiegato l’amministrazione comunale, si pensava al coinvolgimento di sponsor privati. 

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