«Grazie al giornale ho “ritrovato” mio nonno»: la storia del soldato Cavenago riemerso dall’oblio

La signora Norma ha letto il nome del nonno tra quelli dei Caduti della Prima guerra ritrovati da Mattia Borsotti

Lo cercava da anni, tanti a manciate, “frugando” dappertutto, anche negli elenchi degli ossari. Niente. Di nonno Gaspare nessuna notizia, solo la certezza che quella guerra, quella Grande, se lo fosse preso, da qualche parte, in qualche modo. Poi, il nostro articolo e la ricerca portata avanti dal giornalista Mattia Borsotti. Quei 33 segratesi strappati all’oblio, riconsegnati alla memoria collettiva e a quella personale, quella di Norma Cavenago.

«Ho letto il nome di mio nonno su quell’elenco pubblicato dal “Giornale di Segrate” – ci dice commossa – Ho pensato che magari, tramite voi, sarei riuscita a ottenere maggiori informazioni». Mai, però, avrebbe immaginato di colmare così tante lacune. Addirittura, i documenti rintracciati da Borsotti le hanno rivelato il nome della sua bisnonna. In sintesi, la storia “bellica” di Gaspare Giuseppe Cavenago è lì, certificata nel suo ruolo matricolare, rintracciato nell’Archivio di Stato di via Senato, a Milano.

Un metro e 66, di professione “famiglio” (la persona incaricata di badare al bestiame), chiamato alle armi il 10 luglio del 1916. E poi il resto, il fatto che il suo compito fosse quello di scavare le trincee al fronte, il destino che lo volle tra i prigionieri di guerra della nostra Caporetto. La fine, nel campo austriaco di Braunau am Inn (città natale di Hitler), il 4 marzo del 1918. «E’ molto più di quanto potessi aspettarmi», dice Norma guardando la copia del documento. Suo nonno era passato da Segrate, in licenza, aveva perfino visto suo figlio piccolo che gli faceva il saluto, come era dovuto ai soldati in uniforme. Poi, l’oblio.

«Per quanto mi riguarda – commenta Mattia Borsotti – anche solo per questo riscontro, per questo risultato, sono soddisfatto di aver condotto la mia ricerca». Ma Norma potrebbe non essere la sola a usufruirne. Chiunque abbia legami con qualcuno dei 33 “ritrovati” può contattarci, i documenti di ciascuno (almeno quelli rintracciati durante il lavoro di ricerca) sono a disposizione.

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