Il cavalcavia della Est si colora con la street-art di Pao e Irwin: i piloni sono “Isole metropolitane”

Le opere di street-art dei writers Pao e Irwin sui piloni della tangenziale in via Caduti di Marcinelle

Il cavalcavia di via Rubattino è meta di street-artist, fotografi e registi da tutta la provincia e occupa a pieno titolo un ruolo di primo piano nell’immaginario underground milanese. Negli ultimi anni è stato lo scenario di numerosi video musicali di rapper più e meno famosi e intere generazioni di writers si sono cimentate all’ombra del ponte della Tangenziale Est o nelle rovine della fabbrica Innocenti, quella dove nacque il mito della Lambretta, lì a due passi. Ma non si tratta soltanto di un patrimonio della cultura alternativa: è anche meta dei cittadini che vivono quegli spazi, tra via Caduti di Marcinelle e via Rubattino, passeggiando, facendo sport, portando i bambini a giocare al sicuro dal traffico nel Parco dell’Acqua – così si chiama l’area verde tra le abitazioni e l’ex Innocenti – nel quale si trova anche parco giochi intitolata a Maria Grazia Cutuli, giornalista assassinata nel 2001 in Afghanistan.

Il 20 ottobre, proprio sotto il cavalcavia a due passi dal confine tra Segrate e il capoluogo,  verranno inaugurate le “Isole metropolitane” opera di Irwin e Pao, due street-artist noti a livello internazionale che sono attivi dagli anni novanta e che si sono fatti conoscere per i loro graffiti e la loro bravura. Irwin, artista segratese, è autore tra l’altro di alcuni dei più bei murales presenti sul territorio come i graffiti di via 1° Maggio o quelli dietro il Comune, in via Ligabue. Ma le sue opere si possono trovare in tutta Italia e persino all’estero: facendo attenzione se ne trovano a Madrid, a Berlino a Lisbona. Vi basterà cercare un cane… muscoloso: è questo il suo inconfondibile marchio di fabbrica che lo ha reso famoso e immediatamente riconoscibile.

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In queste settimane, insieme a Pao, ha dipinto otto colonne del cavalcavia elaborando il tema del contrasto fra la vita in un contesto urbano e quella in un ambito rurale. Le colonne che danno verso la provincia, quelle dal lato segratese per intenderci, sono state decorate con vegetazione e animali; quelle restanti che danno verso la metropoli sono invece dominate dalle macchine in fila, dalla plastica, dai rifiuti accumulati. La città viene intesa come luogo dove il consumismo si esprime nella sua forma più aggressiva, e i cumuli di spazzatura e l’inquinamento sono i suoi prodotti più riconoscibili.

«Il progetto – ci ha spiegato Massimo Costantini, pittore e art-director, ideatore delle “Isole Metropolitane” oltre che promotore del progetto finanziato da un apposito fondo del Municipio 3 di Milano e approvato lo scorso luglio – è un perfetto esempio di recupero e valorizzazione di uno spazio urbano potenzialmente degradato». È osservando la vita che si sviluppa al di sotto del cavalcavia che in Massimo Costantini è nata l’idea di rendere più gradevole un posto già ampiamente popolato e vissuto. «Ho pensato al progetto “Isole Metropolitane” osservando mentre passeggiavo le otto colonne che escono dall’acqua – ci ha spiegato Costantini – guardandole da una particolare inclinazione sembra di vedere una cattedrale galleggiante… mi piaceva quest’idea. Il tema del contrasto fra urbanità e natura, poi, per la sua attualità, è stato un logico approdo trattandosi di un’opera d’arte pubblica che deve dare un messaggio chiaro e avere chiaro valore civile». Un valore riconosciuto anche dalle istituzioni: sabato 20 ottobre, alle 17, sarà proprio l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, a tenere a battesimo l’opera.

2 Comments on "Il cavalcavia della Est si colora con la street-art di Pao e Irwin: i piloni sono “Isole metropolitane”"

  1. Vandali

  2. in una delle didascalie delle foto c’e’ scritto “segratese” al posto di Segratese 😀

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