Coronavirus, anche a Segrate si fa “scuola a distanza”

Le scuole sono chiuse dal 24 febbraio e non riapriranno almeno fino al 6 aprile. Un periodo lungo, difficile per tutti, in cui però dirigenti e docenti stanno attivando modalità digitali per portare avanti l’istruzione dei ragazzi. Una “scuola a distanza”, prevista dal DPCM del 4 marzo, che mette in campo nuovi strumenti tecnologici per mantenere “il contatto” tra professori e studenti. Anche i nostri tre istituti cittadini si sono organizzati in questo senso, cercando di superare le inevitabili difficoltà inziali.

ISTITUTO SCHWEITZER

“E’ una metodologia nuova, tutti stiamo sperimentando, prima di tutto i docenti – ha spiegato Luciana Borgnino, dirigente dell’Istituto Schweitzer, in una lettera indirizzata a tutti i genitori e in cui racconta cosa si sta facendo. “Le maestre dell’Infanzia si stanno attivando per mandare messaggi, anche vocali, per far sentire la loro vicinanza ai propri bambini. Le docenti della scuola dell’obbligo all’inizio hanno dato indicazioni attraverso il registro elettronico o le email ai rappresentanti, poi abbiamo dato la possibilità di “caricare” files sul registro, infine i docenti hanno incominciato ad utilizzare piattaforme come Edmodo, Zoom, Google Education”. Insomma un percorso di crescita e ampliamento delle competenze tecnologiche, da entrambe le parti: docenti e studenti. “Ogni insegnante sta facendo il massimo” ha rimarcato la Preside. E, dall’altra parte, anche a studenti e famiglie è richiesto uno sforzo per imparare ad usare nuovi metodi e seguire i figli nello studio. Non solo, ai genitori è richiesto oggi più che mai uno sforzo educativo che va ben oltre. “Durante l’ultima settimana – ha detto la Preside – il parco e il campo sportivo vicino alla Leopardi hanno ospitato tanti bambini e ragazzi, ma dopo i casi registrati a Segrate è arrivato il momento di seguire tutti i consigli dati attraverso radio e televisione: stare in casa, uscire solo in caso di necessità o per brevi passeggiate con mamma e papà, senza incontrare amici e compagni. E’ un grosso sacrificio – commenta la dirigente – ma credo che ognuno di noi voglia tornare al più presto alla normalità, quindi … che ognuno faccia il suo dovere per se stesso, la propria famiglia e la comunità”.

ISTITUTO GALBUSERA

Anche all’Istituto Galbusera si sta lavorando a distanza. “Durante il periodo di sospensione delle lezioni – spiega il dirigente, Vittorio Sacchi nella comunicazione ai genitori – gli alunni della scuola Primaria e Secondaria potranno proseguire il percorso di apprendimento mediante gli strumenti multimediali e di condivisione del materiale didattico già attivati dai docenti tramite il registro elettronico o con altre piattaforme digitali”. I genitori dunque in questo periodo devono necessariamente trasformarsi anche in insegnanti, collaborando con i professori, controllando ogni giorno sul registro quale materiale è stato condiviso, quali lezioni, e che indicazioni hanno dato. Il registro elettronico, già parte della vita scolastica quotidiana, ma fino ad ora non da tutti molto frequentato, è diventato d’improvviso lo strumento principe, sviluppato in tutte le sue funzionalità. Ad esempio con le “aule virtuali” già attivate all’Istituto Galbusera. L’aula virtuale è uno “spazio digitale” in cui si possono condividere esercizi, presentazioni, documenti, immagini, video. Inoltre consente di creare spazi di lavoro condiviso nei quali docenti e studenti possono interagire e in cui i ragazzi possono anche essere valutati attraverso test.

ISTITUTO SABIN

“Ho dato indicazione ai docenti di tenere “agganciati” gli studenti – ha spiegato al Giornale di Segrate Elisabetta Trisolini, dirigente dell’Istituto di Milano2 e Redecesio. Ad esempio evitando di assegnare compiti tutti insieme, ma scaglionati nei giorni, in modo da garantire una continuità di lavoro agli alunni da casa. Inoltre tenere i ragazzi “agganciati” vuol dire anche farsi sentire con messaggi incoraggianti, rassicuranti, cosa che hanno fatto molti docenti con lettere e messaggi per i loro alunni”. Non solo compiti, insomma, ma un “filo diretto” per sentirsi meno soli e guardare al futuro. “I docenti della scuola dell’infanzia – ha raccontato la Preside – hanno mandato una lettera ai bambini e un lavoro da fare a casa: disegnare e decorare le loro manine, in modo da realizzare al rientro un grande cartellone con tutte le mani dei bambini che, finalmente, potranno di nuovo stringersi in un abbraccio”.

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