Fase 2, al lavoro ma con le scuole chiuse. “Sono le mamme a pagare il prezzo più caro”

Valentina Bensi, presidente di Easymamma, in smart working con figlio, denuncia la difficile situazione lavorativa per le mamme

Le scuole non riapriranno fino a settembre, con ogni probabilità non partiranno i campus estivi e le famiglie non potranno nemmeno far conto sui nonni, categoria considerata più a rischio di tutte. Mamme e papà si preparano quindi a una Fase 2 in cui dovranno riprendere a lavorare, alcuni senza la possibilità dello smart working, ma senza sapere come fare con i bambini. Una situazione complessa, per alcuni genitori irrisolvibile.  A loro sta dando voce l’Associazione segratese Easymamma con una serie di videointerviste a mamme lavoratrici.

“Bonus baby sitter non è risolutivo”

“Cosa abbiamo scoperto? Purtroppo finora nulla di confortante – ci racconta Valentina Bensi, presidente dell’Associazione. La realtà è che molti hanno già sfruttato le possibilità di congedo parentale straordinario, ferie, permessi e ora non possono più permettersi di stare a casa”. Per ora l’aiuto messo in campo dal Governo è il bonus baby sitter, che per la Bensi però non è risolutivo: “Si tratta di 600 euro una tantum, che certo non permettono di coprire 4 mesi di ‘buco’. Inoltre per  ottenerli bisogna regolarizzare la tata, cosa che comporta ulteriori costi. Infine resta il problema di trovare, velocemente, qualcuno di cui ci si fida e che di cui non si conosce la possibile infettività… Una scelta non certo facile”.

“C’è chi deve lasciare i bambini a casa da soli”

“Tra le testimonianze più spiazzanti – racconta la Bensi – c’è quella di una mamma, che ha voluto rimanere anonima e non riconoscibile, che ci ha confidato di dover lasciare i bambini da soli a casa, mentre lei e il marito vanno al lavoro. Poi c’è Roberta, medico che ha contratto il Covid, che si è ritrovata a casa da sola, con una bambina piccola in un’altra stanza che non poteva né abbracciare, né consolare… E poi abbiamo raccolto la testimonianza di Elena – continua la Bensi – che ci ha raccontato le difficoltà tecniche e tecnologiche di organizzare 5 figli in didattica a distanza e due genitori in smartworking. E infine c’è la voce della mamma architetto che ha deciso di lasciare il lavoro perché non sa come fare con i due figli. Insomma storie di mamme in difficoltà, che stanno pagando il prezzo più alto di questa emergenza

Il Sindaco: “Metteremo in campo i nostri educatori”

“Nessuno pensa al danno incalcolabile che questo comporterà – commenta amareggiata la presidente di Easymamma – è necessario trovare soluzioni, ma per ora non si vedono concrete proposte all’orizzonte”. Nella realtà segratese al momento si è espresso il Sindaco Micheli in un post del 27 aprile in cui indica le linee guida per la Fase 2 in città: “Metteremo in campo gli educatori delle cooperative Stripes e Melograno – scrive Micheli – educatori che già gestiscono i nostri servizi per i minori, ma solo quelli che avranno superato il test sierologico e il tampone. A loro pensiamo di affidare i bambini delle varie età in piccoli gruppi. Precedenza ovviamente ai genitori che lavorano”.

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