Il Covid chiude l’ex ASL di Rovagnasco. Incognite per la riapertura. Petizione dei cittadini

La sede di ATS in via Amendola a Rovagnasco, che i sindacati vorrebbero diventasse riferimento per la sanità territoriale

Le prime proteste risalgono a qualche settimana fa, con i cittadini che sui social (ma anche contattando il Comune) segnalavano la desolazione dell’ex Asl di via Amendola, oggi presidio territoriale di Ats. Cancello esterno spalancato, porta d’ingresso aperta, ma all’interno attivi solo centro vaccinale e servizio di neuropsichiatria infantile, per tutto il resto la comunicazione di rivolgersi alla sede di Pioltello (in viale San Francesco 16). Senza, tra l’altro, cartelli che chiarissero i motivi e soprattutto la natura, temporanea o definitiva, di questa riorganizzazione.

Abbiamo contattato l’Asst Melegnano e Martesana per avere maggiori dettagli, ottenendo rassicurazioni sul fatto che il presidio segratese riaprirà, ma senza tempistiche e modalità definite. «Se dessi una data non sarei onesto – spiega il direttore sociosanitario Claudio Arici – anche perché i pazienti Covid ci sono ancora e non possiamo smontare il sistema approntato durante l’emergenza. E poi ci sono obblighi legati alla sicurezza, solo per registrare la temperatura degli utenti all’interno delle sedi aperte impieghiamo 30-40 persone; per non parlare del personale in quarantena che ancora deve rientrare».

Per il servizio di scelta e revoca del medico di base si sta impostando un sistema che riduca almeno del 30-40% la presenza fisica agli sportelli, tramite richieste da inoltrare via telefono, Whatsapp, sms o mail. «Ma stiamo provando ad accelerare qualche riapertura», afferma Arici. Ci sono poi da rifissare la bellezza di 70-80mila visite, con le agende da riorganizzare in tutte le sedi. Un lavoro imponente. «Pioltello ha un consultorio importante e la linea guida è stata quella di garantire il servizio legato alle gravidanze – spiega Arici – e poi c’erano tipologie diverse di personale, lì più amministrativi e a Segrate un maggior numero di sanitari che abbiamo dislocato sull’emergenza Covid». Arici conferma che i Comuni, Segrate compreso, non hanno ricevuto comunicazioni tempestive rispetto alle chiusure delle sedi, «ma l’emergenza ci ha travolti».

L’assessore Santina Bosco auspica una riapertura celere e «che mantenga le otto specialità presenti in via Amendola», sottolineando ancora che il Comune ha subito la scelta, senza colpe e responsabilità. Ultimo accenno al piano del 2017 che prevedeva che le stesse specialità passassero da 5 a 16, triplicando il servizio. Tutto in bilico: dipenderà dalle nuove linee guida e dalle risorse, che ora come ora mancano. 

Intanto sulla piattaforma Change.org un gruppo di cittadini ha lanciato una petizione per chiedere la riapertura del presidio. In particolare, i firmatari richiedono al Direttore Generale un incontro con una delegazione di cittadini per conoscere il piano di riapertura del Poliambulatorio, le tempistiche e le sue modalità; la garanzia che non saranno effettuati tagli al Poliambulatorio di Segrate rispetto a quanto deciso e indicato nel POAS (piano organizzazione aziendale strategico) 2016/2018, un avvio di confronto, post Emergenza Covid, su potenziamento del Poliambulatorio di Segrate aumentandone servizi e accessibilità oraria con l’ipotesi di evoluzione dello stesso in un Presidio socio sanitario territoriale (PreSST) con la collaborazione di medici di famiglia , infermieri e altri operatori socio sanitari disponibili nel nostro territorio.

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Jacopo Casoni
Jacopo Casoni, giornalista professionista, nell’arco della sua carriera si è occupato di tanti temi, dallo sport alla politica, passando per la cronaca e il racconto della città di Milano. Dal 2008 fa parte della redazione di Telenova e dal 2016 collabora anche con testate locali, prima Segrate Oggi e poi il Giornale di Segrate.

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