“Nonna ho il Covid”: truffa a un’anziana, rubati soldi e gioielli

Hanno usato il Covid per truffarla, hanno fatto leva sulla nuova paura, su quest’incubo che per tutti, anziani in testa, è uno spettro pesante, roba difficile da gestire. La vittima è una segratese di 87 anni, la signora Anna, la chiameremo così, con un nome di fantasia.

Mercoledì 2 settembre, poco dopo mezzogiorno, Anna ha ricevuto una telefonata da quello che credeva essere suo nipote. «Una voce camuffata – racconta la figlia – ma convincente. Le ha raccontato di essere finito in ospedale nel corso della notte, con la febbre a 40. “Nonna, ho il Covid”, le ha detto piangendo, aggiungendo poi di aver bisogno urgente di due iniezioni e che il costo complessivo era di 10mila euro».

Anna ha spiegato al falso nipote di non avere quella somma in casa e lui, per tutta risposta, sempre con maggior concitazione le ha chiesto di verificare se avesse gioielli da utilizzare come pagamento alternativo. Le hanno chiesto perfino di pesarli, per poi insistere perché controllasse se ci fosse altro, magari un orologio del marito scomparso. «L’angoscia per la sorte di mio figlio l’ha mandata in tilt, non ha usato il cellulare per chiamarci e raccontarci quanto stava accadendo perché le hanno fatto credere che anche noi, figlia e genero, fossimo in ospedale e ci stessimo sottoponendo al tampone».

Così Anna è rimasta al telefono fino alle 13.40, convinta di non poter riagganciare perché in quel caso il nipote avrebbe fatto fatica a ricontattarla, con un’ansia crescente, in attesa del (finto) medico che si sarebbe recato a casa sua per ritirare contanti e gioielli e poi procedere alle iniezioni che avrebbero fatto uscire il ragazzo da quell’incubo. «Quando le hanno detto che il dottore si trovava fuori dal portone di casa, mia madre ha consegnato il tutto a un uomo con i capelli scuri e una mascherina nera – racconta la figlia di Anna. Lui si è allontanato in direzione del centro, i carabinieri ci hanno detto che potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere di una banca».

Il bottino è stato di tutto rispetto, 600 euro e collane e bracciali per un valore che non si discosterà molto da quei 10mila euro richiesti. La figlia di Anna ci ha voluto contattare per affidarci il racconto di questa vicenda, purtroppo non isolata. «Ho letto dei post su un gruppo social di cittadini segratesi nei quali si parlava di truffe analoghe. A mia madre avevamo raccomandato di non aprire a nessuno, di non credere a telefonate strane; lo avevamo fatto dopo che Striscia la Notizia aveva portato alla luce casi di raggiri ai danni di anziani. Ma la tensione, l’ansia hanno fatto sì che non riuscisse a essere lucida. Ho voluto raccontare la nostra storia perché spero possa fare in modo che altre potenziali vittime tengano la guardia alta».

A portare avanti le indagini è la caserma locale dei carabinieri, ovviamente in sinergia con la Compagnia di San Donato. Si lavora sulle immagini della videosorveglianza e su altre piste. «Il modus operandi è sempre lo stesso – spiega il maresciallo Paolo Pastore – tanto da far presumere che a perpetrare le truffe siano le stesse organizzazioni che da anni agiscono su tutto il territorio nazionale. Prima usavano la storia dell’incidente stradale nel quale era rimasto coinvolto un parente della vittima per convincere l’anziano a consegnare loro soldi e gioielli, ora sfruttano l’emergenza Coronavirus. Sono professionisti del crimine, associazioni per delinquere». 

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