Dieci anni di Self Storage Milano Est: «I nostri spazi “alleati” dello smart working»

Qui sopra, il manager Giovanni Tronchin tra i box di Self Storage Milano Est

Il 26 febbraio del 2011 veniva inaugurato a Segrate Self Storage Milano Est, pioniere in Italia del deposito diffusissimo negli Stati Uniti. Sono passati dieci anni e il deposito di Segrate è diventato un servizio molto apprezzato e utilizzato dal bacino dell’area est di Milano e non solo. Ma anche uno “specchio” dei cambiamenti nella vita personale e lavorativa delle persone e più in generale della società. Self Storage Milano Est è un deposito con box di tutte le dimensioni, da 1 a 50 mq, che il cliente (privati e aziende) può affittare per il periodo necessario a risolvere la sua esigenza temporanea di spazio extra. Il deposito è aperto H24 tutti i giorni dell’anno e dotato di reception, videosorveglianza, assicurazione, un ampio piazzale per il carico e lo scarico delle merci. Giovanni Tronchin, 45 anni, segratese, è il manager della struttura di via Leonardo da Vinci, in zona Cassanese.

Perché rivolgersi a un self storage?

«In questi anni sono transitati migliaia di clienti, per i bisogni più diversi: dal trasloco o ristrutturazione fino all’archivio o magazzino, tutti avevano bisogno di un posto sicuro, pulito e asciutto dove conservare i propri oggetti. Quando decidemmo di intraprendere questa attività, gli esperti del settore ci dissero che in America ciò che determina per lo più la richiesta di questo servizio si può condensare nella teoria delle 4 “D” della vita (downsizing, dislocation, divorce, death: in italiano ridimensionamento, trasloco, divorzio, morte). Alla quarta di queste “D” rimasi un po’ scioccato, ma in effetti, insieme ai tanti aspetti belli e brutti della vita, sono soprattutto i fattori di cambiamento a creare il bisogno di spazio. Ad esempio nel 2020 si è registrato un boom di divorzi, e questo si è tradotto in un numero maggiore di contatti per l’affitto dei nostri box».

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Cos’è successo in questi 10 anni?

«Potrei scrivere un libro sui personaggi e sui vari casi accaduti nel nostro self storage. Tante cose sono cambiate, c’è stato il boom dei social e degli smartphone, un susseguirsi di crisi economiche e poi, da ultimo, la pandemia. In questo scenario non del tutto rassicurante la conoscenza e la diffusione del nostro tipo di servizio è via via aumentata, anche grazie ad alcuni programmi tv americani che raccontano le aste dei beni dei clienti insolventi. La nostra attività è sempre cresciuta e con i nostri clienti si sono creati rapporti che vanno anche oltre il lavoro: un vero e proprio network in cui dalle relazioni nascono nuove opportunità di business».

E il Covid?

«Nell’ultimo anno lo scenario è cambiato per tutti, ma la richiesta di spazio non è venuta meno. è stato però un anno diverso: i numeri, a livello di fatturato, sono in linea con gli anni precedenti, ma in alcune dinamiche e nei comportamenti molto è cambiato».

In che senso?

«Intanto, tra restrizioni in base ai colori e lockdown, è cambiato il modo di rapportarsi con i visitatori. Barriere in plexiglass, distanziamento, mascherina, igienizzazione, stop a strette di mano e guai a incontri troppo lunghi nella stesso ambiente. Si parla molto meno di persona:  il timore che, mentre sei con un cliente, si presenti qualcun altro in ufficio, ci rende più nervosi e guardinghi. Come sempre le crisi portano anche opportunità e c’è chi sa coglierle. E infatti abbiamo sottoscritto contratti con nuove start-up nei settori hi-tech, digital e delivery. Il mondo è in crisi, cambia, ma non si ferma».

Cambiano anche i vostri clienti?

«In tanti si sono rivolti a noi per fare spazio e per realizzare un ufficio in casa: credo che un servizio come il nostro possa agevolare lo smart working. È il cosiddetto decluttering, ovvero la selezione di tutto quello che non serve a casa, da riporre altrove. Un magazzino temporaneo, inoltre, è ideale per chi avvia una nuova attività imprenditoriale specialmente in tempi di crisi: costa meno di un deposito tradizionale, si può scegliere la dimensione più idonea e, grazie ai contratti flessibili e meno vincolanti delle consuete locazioni, si può cambiare spazio e chiudere il rapporto in qualsiasi momento».

Quali sono le previsioni per il vostro settore?

«Nel settore dei self storage lo spazio è il bene di scambio ed è una “merce” preziosa. Ci sarà sempre bisogno di spazio, sia in momenti di crescita economica che di recessione. La sfida per noi è rimanere competitivi restando al passo con la tecnologia, l’accessibilità e la sicurezza, automatizzando in maniera smart».

Che cosa farete per festeggiare l’anniversario?

«Avremmo senz’altro organizzato un evento con i nostri clienti, fornitori e amici per questo importante traguardo, ma in tempi di Covid non è possibile festeggiare in modo tradizionale. Abbiamo comunque pensato a qualcosa di originale in chiave digital e social. In occasione dell’anniversario uscirà  un videoclip sui nostri canali social, con un brano interpretato da cantanti professionisti e anche un po’ dal sottoscritto. Come siamo stati pionieri nel nostro settore, vogliamo esserlo anche in quella che credo possa diventare una nuova tendenza, la canzone aziendale per raccontare in musica la propria attività. Buon ascolto!».

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