Palestre, ripartenza amara. “Il settore è stato dimenticato”

Mauro Distasi, titolare della palestra Hangar Segrate, con l'igienizzante "di ordinanza"

Riparte il mondo del fitness. Ma è una ripartenza a ostacoli per le palestre, che da lunedì 24 maggio riaprono le porte ai clienti dopo 7 mesi di chiusura. Si torna dunque nei centri fitness – aperti anche gli spogliatoi, ma niente doccia e ingressi contingentati – ma tra molti dubbi e recriminazioni dei gestori. Era il 24 ottobre quando il Dpcm dell’allora governo Conte dispose la chiusura delle palestre, che avevano timidamente ripreso l’attività nel giugno 2020 dopo il primo lockdown. Una serrata arrivata poco dopo la definizione dei protocolli sanitari cui le palestre si erano dovute adeguare per continuare a lavorare. «È evidente che il nostro settore sia stato il più dimenticato e bistrattato, assieme forse a quello dei teatri », dice Mauro Distasi, titolare della palestra Hangar Segrate di via Mattei, in Centro. Che ha comunque scelto, non senza dubbi, di ripartire da subito. «Io come molti colleghi sono consapevole del fatto che giugno non è certo il periodo migliore per le iscrizioni e che sono molte le incognite sull’effettiva ripartenza del nostro mercato – spiega – vogliamo comunque guardare con fiducia al futuro e riapriamo per i nostri clienti che ci hanno manifestato in questi mesi vicinanza e ai quali vogliamo offrire da subito la possibilità di tornare ad allenarsi in sicurezza e di recuperare i tanti mesi persi».  I ristori sono stati sufficienti per affrontare la chiusura? «I ristori sono stati una presa in giro  – sorride amaro Distasi – in occasione del primo lockdown un aiuto è arrivato, poi quasi nulla e con enorme ritardo. Io ho una società commerciale, pago le tasse come le altre attività ma il nostro settore è stato davvero maltrattato…senza contare l’attività nata in questi mesi in parchi, garage, online senza regole mentre io devo rispettare protocolli e adempimenti». 

«Ripartiamo senza aver avuto alcun aiuto dal governo e dopo 7 mesi di chiusura, ci proviamo. Purtroppo tanti non riapriranno e vedere chiudere le palestre, luogo dove si fa salute, è davvero triste», dice Caterina Ambrogio, titolare della palestra Segrate Fitness di via Buonarroti, da vent’anni in attività sulla piazza di Segrate. «Apriamo nel momento sbagliato, a ridosso dell’estate, con regole ancora più severe, senza aver avuto alcun sostegno nel secondo lockdown e undici mesi da recuperare in termini di abbonamenti e servizi – elenca l’imprenditrice – la speranza è che i clienti rientrino e che ci vengano incontro in questa fase di ripresa, ma la sensazione è che molti si siano disabituati all’attività fisica, vero e proprio antibiotico naturale, e che siano ancora timori che ritengo ingiustificati:  abbiamo ampi spazi e seguiamo tutte le regole, perché dovrebbe essere più rischioso fare sport qui piuttosto che fare code al supermercato? ».

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