Un successo che sente suo, un risultato importante frutto di un lavoro che l’ha vista in prima linea da vicesindaco di Città metropolitana e che ora si concretizza pochi giorni dopo la sua nomina ad assessore alla Mobilità della nuova giunta Sala. Arianna Censi non nasconde la soddisfazione per quel percorso ciclabile, finalmente finanziato e pronto per essere cantierizzato, che collegherà il centro di Milano al suo “mare”, l’Idroscalo.
«È importante e anche simbolico, perché abbiamo lavorato in sinergia, noi a Palazzo Isimbardi e lo stesso Comune di Milano. È un percorso complicato, che ha richiesto analisi dettagliato e la ricerca di soluzioni che consentissero i vari passaggi in sicurezza. Riguardo all’Idroscalo, per il sindaco Sala è una priorità. Deve diventare sempre più attrattivo, accessibile a tutti; è una risorsa fondamentale, un unicum in Italia e credo anche in Europa».
Quel tratto, quello di via Corelli e via Rivoltana in particolare, è stato teatro di molti investimenti di ciclisti negli ultimi mesi. Anche da lì è nato il colpo d’acceleratore?
«Certo, la sicurezza è un tema chiave, peraltro legato a doppio filo a quello degli spazi. In via Corelli sono risicati e a questo si aggiungono le tante intersezioni con strade importanti, le rotatorie che costituiscono un fattore da non sottovalutare. Comunque le soluzioni trovate e l’infrastruttura che verrà realizzata sono la prova che noi, qui a Milano, sappiamo fare le ciclabili esattamente come nei Paesi del Nord Europa, forse anche meglio. Dobbiamo solo strutturarci per essere più efficaci».
Segrate incrocia le traiettorie milanesi non solo per la ciclabilità. A che punto è il progetto di prolungamento della M4?
«Ricopre un ruolo prioritario nelle strategie future. è evidente che tutto il sistema integrato di trasporti che vorremmo caratterizzasse la futura Porta Est a Segrate, con la metropolitana, i treni suburbani, l’alta velocità e ci aggiungo la connessione tra i tre scali aeroportuali “milanesi”, ne farebbe un nodo determinante per la mobilità del capoluogo ma anche dell’intera Lombardia».
Si è parlato del 2026 come orizzonte temporale per la “blu” a Segrate. è realistico?
«Credo di sì, su alcune infrastrutture è certamente valido. Alcune verranno realizzate anche prima, in realtà. Stiamo impostando un lavoro decisivo sui prolungamenti delle linee del metrò, penso alle tratte che raggiungeranno Monza, Baggio, Settimo Milanese, Vimercate, Paullo. Ci sono tanti progetti e, qui a Milano come a Roma, le risorse del PNRR saranno fondamentali sia per finanziare le opere già pronte a livello progettuale sia per sbloccare risorse già allocate per queste ultime in modo tale da favorirne altre, come Segrate».
Un futuro impostato, insomma.
«Da una parte sì, dall’altra ancora da costruire. Perché, tornando alla necessità di strutturarci come uffici, anche qui gioca un ruolo decisivo. Dobbiamo lavorare per avere una dotazione tecnica e delle risorse in grado di produrre progetti, far partire gare d’appalto. Tra un paio di settimane è già fissato un tavolo con il sindaco Sala per fare il punto su tutto e iniziare questo lavoro cruciale».
Da ultimo, ci sono idee per rinforzare le linee di superficie che collegano Segrate a Milano in attesa della svolta della metropolitana?
«Ho già detto che l’obiettivo principale che perseguirò sarà quello di migliorare i collegamenti con l’hinterland. C’è però da fare i conti con le risorse economiche. Regione Lombardia ha attuato un taglio di un milione e mezzo di euro, ridistribuendo questa somma tolta a Milano su altre agenzie di TPL. Per il 2021 abbiamo trovato la quadra, ma resta una spada di damocle per il 2022 e per il 2023. Dobbiamo capire come gestire questa situazione prima di muoverci».
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