Tramontata l’idea di trasferire qui la farmacia, ospiterà ancora le Poste e ci sarà spazio per altre realtà.
Un progetto da 950mila euro per la completa riqualificazione, edile ed energetica, dell’edificio del Comune di Segrate che ospita l’ufficio postale di Milano2. Ma fa discutere il maxi piano approvato dalla giunta, che planerà in Consiglio comunale a fine mese (presumibilmente il 28 febbraio) con la variazione di bilancio per finanziare una parte dell’opera accompagnato da un’interrogazione della Lega che chiede lumi sulla scelta dell’amministrazione Micheli.
Andiamo per ordine. Il progetto – già incluso tra quelli del piano dei lavori pubblici – si mette in moto a fine 2021 con l’assegnazione a uno studio professionale dell’incarico per la progettazione con l’obiettivo di partecipare al bando “Ri-genera” lanciato da Regione per il co-finanziamento dell’opera. Si tratta di un contributo da 400mila euro, che in caso di vittoria da parte del Comune di Segrate consentirebbe di coprire quasi la metà della spesa. L’altra parte invece, 546mila euro, sarà messa sul piatto dal Comune che proprio in Aula sottoporrà ai consiglieri una variazione di bilancio ad hoc. Nel disegno predisposto dagli architetti, spazio a cappotto termico, nuovi impianti e serramenti, illuminazione a led e vari interventi nel segno del risparmio energetico e della messa in sicurezza dell’edificio ormai vetusto. Pochi sanno (o ricordano) infatti che il “modulo Campione” – questo il nome della struttura – risale agli albori di Milano2 e servì da showroom per la vendita degli appartamenti dove anche Silvio Berlusconi, come vuole l’anedottica, mostrò gli alloggi ai primi clienti.
Tutto questo sul piano tecnico. La questione però è anche politica. Non è chiaro infatti quale sarà la destinazione dell’edificio che, con o senza il contributo regionale, sarà comunque rimesso a nuovo. Ad accendere i riflettori è stata la Lega, che chiede se l’ufficio postale sarà chiuso e come sarà usata la palazzina. Anche perché nell’incarico affidato ai progettisti è messo nero su bianco l’arrivo di “ambulatori medici”, possibilità che però pare già tramontata. «Un’eventuale chiusura delle poste non è all’ordine del giorno e non abbiamo ricevuto richieste in questo senso dall’operatore», sgombra il campo il sindaco Paolo Micheli. Che allontana anche l’ipotesi del trasloco nella struttura della vicina farmacia comunale, di cui si era parlato. «Non è al momento nei nostri piani», precisa Micheli. E per quanto riguarda il futuro dell’edificio sottolinea come non ci sia ancora una destinazione specifica, ma che gli spazi saranno comunque riservati ad attività e servizi pubblici e non potranno essere messi a reddito. «Il bando cui ci siamo candidati prevede proprio questo – dice il primo cittadino – potremo ad esempio pensare ad assegnarli ad associazioni del territorio, che già hanno trovato lì casa in passato».
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