La storia di Anastasia, fuggita dalla zona dei bombardamenti in Ucraina e arrivata dalla madre badante a Milano2
Sono arrivate sabato 26 febbraio, dopo un estenuante viaggio di tre giorni attraverso l’Europa, e finalmente hanno potuto abbracciare la nonna, a Segrate, lontani da una guerra che era arrivata fin sotto la loro casa. Anastasia e le sue due bambine, di 12 e 3 anni, arrivano dalla zona di Ivano-Frankivsk, a ovest dell’Ucraina, uno dei luoghi attaccati dai russi. Il primo giorno di guerra un missile ha colpito l’aeroporto della città e la notizia ha fatto il giro del mondo.
«Sono stata io a convincerli a partire subito, all’alba del 24 febbraio – spiega nonna Ocsana, in Italia dal 2005 e da qualche anno badante a Milano2 – con la macchina hanno raggiunto il confine con la Romania, ma qui hanno incontrato i primi problemi: agli uomini veniva impedito di passare il confine. A quel punto mio genero è dovuto tornare indietro con l’auto e mia figlia ha passato il confine a piedi con le bambine e poi, dopo molte ore in pullman, è riuscita ad arrivare a Padova dove sono andata a prenderla». Immensa l’emozione dell’incontro, enorme il sollievo nel riabbracciarle sapendole al sicuro dopo una fuga rocambolesca, un viaggio lungo e difficile. Ma il pensiero è là, in Ucraina, dove è rimasto il papà delle bambine e l’altro figlio di Ocsana.
Ora la figlia e le nipoti sono ospiti nell’alloggio della nonna, una piccola stanza in affitto, troppo piccola per ospitarle tutte e quattro, ma almeno è un luogo sicuro, lontano dall’orrore. «La cosa più bella è guardare dormire in pace le mie nipoti – dice – sapere che non saranno svegliate dalle sirene che annunciano l’imminente pioggia di missili e bombe, che possono tenere accesa la luce anche di notte, quando invece nella nostra città in Ucraina ora bisogna spegnere tutto dopo le 21…».
Simona Galante, la figlia dell’anziano di Milano2 presso cui Ocsana lavora come badante, ha lanciato un appello sui social per cercare un alloggio per Anastasia e le due bambine. «Chiedo a chiunque abbia una casa da affittare a Milano o provincia di mettersi una mano sul cuore – dice – pagherebbero l’affitto, chiediamo solo che sia un prezzo ragionevole».
Intanto il Comune ha annunciato di aver attivato la rete dell’accoglienza: chiunque voglia offrire la propria candidatura per accogliere i profughi può scrivere alle associazioni indicate dal Comune.
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