Il Sindaco in un post ha espresso chiaramente il suo “no” all’idea di portare in città il nuovo impianto per Milan Inter
Uno stadio costruito e… smontato in un amen, giusto il tempo di uno spiffero e quello di una smentita. Tutto nasce da un articolo del Corriere della Sera di domenica 27 febbraio dal titolo “Nuovo stadio, club in contropiede”, nel quale si dava conto di come Milan e Inter, visti i tentennamenti di Milano rispetto al progetto di costruire un nuovo impianto e demolire (almeno in buona parte) San Siro, stessero valutando un piano B. Anzi, tre alternative e tra queste anche Segrate e l’area dell’ex dogana, oltre a Sesto San Giovanni e San Donato.
Il sindaco Micheli, come sempre via social, ha voluto subito scandire un secco “no” all’ipotesi che il Meazza del futuro sorga proprio qui. “L’invasione, due o più volte alla settimana, di 80mila tifosi – si legge nel post pubblicato a tempo di record – con tutto il rispetto per le grandissime squadre milanesi e per le loro tifoserie, no, non ci interessa proprio”. L’aveva già detto più volte, anzi ogni volta che le voci su uno stadio nell’hinterland hanno anche solo sfiorato Segrate; l’ha voluto ribadire, anche a fronte di una situazione, quella legata a Westfield, che di fatto ora è meno “blindata” di quanto potesse apparire in epoca pre-Covid e quindi si presta a retroscenismi, per così dire. E allora abbiamo voluto fare il punto su questa partita con il vicesindaco Francesco Di Chio. «Noi abbiamo comunicato all’operatore che su quell’area vorremmo raccogliere opportunità legate alla ricerca, all’università e alla salute – spiega – mettendo un veto alla logistica. Di stadio non abbiamo neppure parlato, anche perché è stato in primis Westfield a dirci di non essere interessato a quella soluzione. Insomma, non ci aspettiamo che nel futuro nuovo masterplan possa esserci lo stadio».
Il Comune sta cercando di intercettare eventuali soggetti interessati, mentre aspetta le mosse del colosso dei centri commerciali. Il ritardo sulla tabella di marcia, che prevedeva il nuovo masterplan verso metà novembre del 2021, è dovuto anche all’accelerazione registrata sul versante del prolungamento della M4 fino a Segrate. Per costruire l’infrastruttura sono state richieste alcune aree di cantiere di Westfield, ma, assicura Di Chio, «hanno fissato la nuova scadenza in primavera, quindi a brevissimo sapremo tutto». Resta confermata la volontà di puntare sul commerciale e sul direzionale, con una modifica delle strategie. Probabilmente non ci sarà più la polarità unica del grande centro commerciale, bensì un intervento diffuso, una sorta di “città” fatta di negozi e uffici. «Quello che sappiamo è che l’idea di Westfield è di presentare un masterplan unico per tutti gli interventi previsti – rivela Di Chio – e noi vogliamo che sia perfettamente integrato con la M4 e la nuova viabilità. Se rispetterà i contenuti dell’accordo di programma, verrà approvato in giunta; qualora ci fossero variazioni significative degli indici e delle funzioni previste da quel documento, il masterplan avrebbe bisogno di una variante e quindi di un passaggio in Consiglio. Per il momento, loro ci dicono che sarà coerente. Vedremo».
Be the first to comment on "Nuovo stadio a Segrate? Micheli gela l’ipotesi: “No grazie”"