Novegro, il cantiere per la ciclabile svuota i negozi. “Clienti dimezzati”

Alcuni commercianti di via Rivoltana protestano per i lavori di realizzazione della ciclabile Idroscalo-Milano

I lavori per realizzare la pista per le bici dall’Idroscalo a Milano causano grossi problemi ai negozianti del quartiere

Le facce sono scure, i conti (che non tornano) presto fatti. Molto simili per tutti, dal parrucchiere al minimarket, passando per la farmacia, i ristoranti, il panificio e i bar. Il “costo” della nuova ciclabile è un salasso per i commercianti di via Rivoltana: la contrazione della clientela e quindi degli affari supera il 50%, dicono. D’altronde qui, in questo tratto di strada che per Novegro è centrale a dir poco, è impossibile fermarsi, men che meno parcheggiare. La superciclabile sarà pure una conquista per la mobilità green, collegherà direttamente il centro di Milano all’Idroscalo, ma per ora è la tomba del commercio locale.

A farsi portavoce dei negozianti che affacciano sulla via interessata dai lavori è stato Toni Santoro, gestore del “Danton Cafè”. «Dopo i mesi del lockdown eravamo riusciti a ripartire – spiega – puntando molto sulla clientela “di passaggio”, in particolare i lavoratori che si fermavano a fare colazione, in ingresso o in uscita da Milano. Con questo cantiere li abbiamo persi tutti». E lo stesso raccontano gli altri commercianti, che lamentano la chiusura della strada in un senso di marcia (quello da Milano a Segrate) e la cancellazione di posti auto di fronte alle loro attività, con la prospettiva che anche a lavori finiti l’offerta di sosta per la clientela risulti più che dimezzata. «Si potrebbe utilizzare il senso unico alternato nei 200 metri sui quali si lavora in quel preciso momento e lasciare la possibilità di percorrere via Rivoltana in entrambe le direzioni, facendo in modo che il passaggio davanti ai negozi non sia azzerato – propone Santoro – così come sarebbe un’idea quella di trasformare i parcheggi lineari in stalli a lisca di pesce per ridurre il numero di posti auto persi. Il fatto è che nessuno si è preoccupato di noi: di sicuro le istituzioni avranno lavorato in sinergia; anche se l’opera è di Città Metropolitana, chi doveva tutelarci è il Comune di Segrate. Ci aspettiamo che ora Micheli  si faccia sentire con Milano per ottenere modifiche che ci consentano di restare aperti, il tempo stringe e deve muoversi subito. Ma finora ci sta ignorando. Del resto non è una novità, ci sentiamo dimenticati da tanto tempo e questa è l’ennesima conferma».

La rabbia è tanta, poco da fare e niente da dire. Un disastro. E il deserto è lì da vedere, basta fermarsi un attimo sul marciapiede, ammesso che si sia trovato un parcheggio… Forza Italia è stata la prima a schierarsi accanto ai commercianti. «Bisogna fare qualcosa, altrimenti le attività sono a rischio – dice il segretario Marco Trebino – Una soluzione può essere il disco orario per i pochi stalli superstiti a bordo strada, ma serve un controllo costante da parte della polizia locale. E comunque resterebbe il disagio per i residenti, bisogna creare altri posti auto».

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Jacopo Casoni
Jacopo Casoni, giornalista professionista, nell’arco della sua carriera si è occupato di tanti temi, dallo sport alla politica, passando per la cronaca e il racconto della città di Milano. Dal 2008 fa parte della redazione di Telenova e dal 2016 collabora anche con testate locali, prima Segrate Oggi e poi il Giornale di Segrate.

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