Accolti nei tre istituti segratesi, hanno tra i 5 e i 12 anni. “La lingua? Non è un problema”
Le scuole segratesi abbracciano i bambini in fuga dalla guerra. La prima piccola studentessa era stata accolta a metà marzo in una terza elementare dell’Istituto Schweitzer, salutata dai compagni con un grande cartellone di benvenuto scritto in italiano e cirillico.
ALL’ISTITUTO SABIN ARRIVATI 3 ALUNNI
Nei giorni successivi, altri giovani profughi hanno fatto il loro ingresso nei nelle classi dei tre istituti segratesi. Alla primaria Merini di Redecesio i bambini hanno salutato la nuova compagna con canti e palloncini gialli e blu nel giardino della scuola. «Assicurare l’accoglienza per quanti ne hanno fatto richiesta è per noi doveroso soprattutto dal punto di vista umanitario – ha commentato la dirigente dell’Istituto Sabin Elisabetta Trisolini, che ha gestito 3 nuovi ingressi – l’obiettivo è organizzare un inserimento adeguato a bambini e ragazzi fuggiti dai territori affinché possano ritrovare condizioni minime di “normalità” quotidiana. La nostra attenzione – prosegue – è centrata soprattutto sulla socializzazione fra pari». Uno scoglio importante è costituito dalla lingua, perché i bambini inseriti parlano quasi esclusivamente russo o ucraino. «In realtà non è un problema insormontabile – commenta la Trisolini – prima di tutto perché riusciamo ad avere la mediazione linguistica dei parenti dei bambini in Italia, o di studenti e docenti che conoscono la loro lingua. Inoltre si cerca, almeno all’inizio, di privilegiare le materie che non necessitino di competenze linguistiche, come arte, musica o anche matematica».
AIUTI PSICOLOGICI DAL DISTRETTO SOCIALE
«La maggiore preoccupazione espressa dai dirigenti è legata alla gestione del trauma subito da questi bambini per quello che hanno vissuto – conferma l’assessore alla scuola Guido Bellatorre. Da questo punto di vista – continua – potremo avere il sostegno del servizio di assistenza psicologia e di intermediazione culturale finanziato dal Distretto sociale Est Milano. Da parte nostra faremo il possibile per accoglierli al meglio, abbiamo già messo loro a disposizione materiale di cancelleria e forniremo se necessario libri di testo».
QUASI UNA DECINA ACCOLTI ALLO SCHWEITZER
«Non abbiamo avuto, finora, particolari problemi con la lingua – ribadisce Alfredo Scaccianoce, dirigente dello Schweitzer dove ne sono stati accolti una decina. Sono alunni volenterosi e recettivi e a volte incontrano in classe alunni connazionali. Ci organizziamo comunque con risorse interne per l’alfabetizzazione, mentre per le comunicazioni di base ci avvaliamo dell’aiuto di parenti e conoscenti degli alunni».
ALL’ISTITUTO GALBUSERA ARRIVATI IN 3
All’Istituto Galbusera di Novegro e San Felice finora ne sono stati accolti 3 (2 alla primaria e 1 alla secondaria). «Sono stati inseriti nelle classi con grande disponibilità di docenti, alunni e genitori – commenta il dirigente Vittorio Sacchi – chi può mette a disposizione anche le conoscenze personali della lingua ucraina/russa per far sì che i bambini si sentano meno “estranei”».
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