Bilancio comunale, sorridono i conti. Ma la manovra resta “ingessata”

L'assessore al Bilancio Luca Stanca ha presentato il bilancio di previsione 2023

Sì del Consiglio comunale di Segrate al documento di programmazione, sul quale pesano crisi energetica, inflazione e il lo stato di predissesto finanziario dell’Ente

Sì al bilancio di previsione, il documento che traccia obiettivi e risorse del Comune di Segrate per il prossimo triennio.  È bastata poco più di un’ora al Consiglio comunale, lunedì 30 gennaio, per dare il via libera alla manovra da circa 35 milioni di euro con i voti della maggioranza. Complice anche il freddo in Aula Pieri, a causa di un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, la discussione sul piano finanziario dell’ente – accompagnato dal programma delle opere pubbliche e dal DUP, approvati contestualmente al bilancio – è andata in archivio senza sussulti, né da parte della coalizione di Centrosinistra né dai banchi dell’opposizione.

A condizionare la stesura della manovra locale, ha spiegato l’assessore al Bilancio Luca Stanca, gli effetti della crisi energetica e dell’inflazione che pesano sulla spesa per beni e servizi. Ma ancora una volta il convitato di pietra, come negli ultimi sei anni, è il predissesto finanziario in cui versa il Comune, che nel 2017 ha avviato un piano di riequilibrio decennale che ogni anno incide per circa 1,3 milioni di euro sui conti segratesi. «L’obiettivo primario è il rispetto del piano di riequilibrio», il monito di Stanca snocciolando i numeri del risanamento che, ha sottolineato, hanno permesso di superare la crisi di liquidità del 2017 e ridurre la “massa passiva” di crediti inesigibili e disavanzo ereditati dalla passata amministrazione comunale che avevano portato il bilancio segratese alla Corte dei conti dove ogni sei mesi viene passato ai raggi X.

«È come una maratona – ha detto l’assessore – siamo quasi al traguardo ma non dobbiamo mollare, visto anche il contesto macroeconomico sfavorevole». Una situazione che durerà almeno fino al 2026, data della ultima “rata” del piano, che continua quindi a ingessare il bilancio e ridurre al minimo le possibilità della politica di incidere. Tradotto, nessuna modifica alle tasse locali, che restano al massimo consentito dalla legge (l’addizionale comunale Irpef ha però una soglia di esenzioni per i redditi sotto i 15mila euro), e capitoli di spesa pressoché uguali agli anni scorsi. «Senza però penalizzare i cittadini con tagli ai servizi», ha precisato Stanca. Sul fronte delle entrate tengono quelle tributarie (25 milioni, di cui 6,5 dall’addizionale Irpef e il resto dall’Imu). Una parte delle entrate extratributarie, derivanti dagli oneri di urbanizzazione, andrà invece ancora a coprire la spesa corrente. «Gli aumenti dell’energia e dei beni pesano, ma la Corte dei Conti ci raccomanda di porre attenzione a questo disavanzo», ha ribadito l’assessore. Confermando la linea “ortodossa” sui conti dell’amministrazione Micheli.

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