Come scegliere la scuola giusta dopo le medie? I consigli dell’esperto Caminiti

orientamento dopo medieLa sala di Cascina Commenda piena per assistere all'incontro con lo psicologo esperto di orientamento

Alla conferenza dello psicologo Gianni Caminiti a Segrate oltre 400 persone: “Capire chi sei” il primo passo.

L’incontro con lo psicologo Gianni Caminiti, “guru” dell’orientamento, è negli anni diventata una tappa  obbligata per chiunque abbia un figlio che si appresta a finire le medie.  Quest’anno l’incontro, organizzato dal Comune di Segrate, è stato ancticipato a maggio invece che in autunno e la scelta è stata azzeccata: nella sala di Cascina Commenda c’erano oltre 400 persone che hanno seguito la conferenza durata oltre 4 ore. «Sì – conferma lo psicologo Caminiti  – il Comune ha sposato la mia indicazione di anticipare perché gli Open Day delle superiori iniziano molto presto e quindi è giusto che le famiglie abbiano prima gli strumenti per poter scegliere».

Una scelta molto delicata quella delle superiori, soprattutto se i ragazzi hanno le idee confuse…

 «Normale che siano confusi, la cosa non normale è che debbano compiere una scelta tanto importante ad una età inadeguata. Sostengo da anni che sarebbe molto più funzionale e fisiologico che il primo biennio sia comune a tutte le scuole superiori. A 16 anni allora sì che un ragazzo potrebbe scegliere con maggiore consapevolezza».

Però occorre scegliere a 12, 13 anni. Da soli o guidati dal genitore?

«Ecco, il genitore deve essere presente, ma occorre che almeno nella prima fase della scelta stia sullo sfondo e non carichi il ragazzo delle proprie aspirazioni o peggio ansie. L’atteggiamento non deve essere quello del “ti conosco e so cosa è meglio per te”, ma “ti guardo e ti aiuto a conoscerti”».

Ha parlato di “prima fase”, quali sono le successive?

«Mi piace vedere il percorso fatto da tre passi fondamentali. Il primo, il più importante e lungo, è quello in cui il ragazzo si chiede: “Chi sono? Quali esigenze, sogni, desideri ho?”. In questa fase il genitore deve supportare il figlio a interrogarsi e ascoltarsi, senza pregiudizi. Nel secondo passo si cerca qualcosa che assomiglia di più o almeno è meno dissimile da quello che cerco, tra le proposte che offre il panorama scolastico. Il terzo passo è quello più pratico in cui si valutano le alternative tra proposte simili. E solo in questo passo è centrale l’intervento del genitore perché si parla di questioni logistiche che riguardano la famiglia».

Dalla sua esperienza sono molti i ragazzi che sbagliano la scelta?

«Io ho iniziato a fare queste conferenze tanti anni fa, proprio perché c’era un problema enorme di reinserimenti di ragazzi che volevano cambiare scuola. Oggi si lavora molto di più sull’orientamento, anche all’interno delle scuole, e  questo ha aiutato a limitare il fenomeno, che è comunque importante. Così come grave è il problema della dispersione scolastica. Oggi oltre il 12%, dei giovani non arriva al diploma, un dato che ci fa conquistare un triste primato in Europa. Siamo secondi solo alla Spagna». 

In generale come vede i ragazzi di oggi rispetto a qualche anno fa?

 «Come psicologo ho un osservatorio particolare sull’adolescenza e devo constatare che sono aumentati gli stati di ansia legati anche alla scuola. D’altra parte registro anche un dato positivo e cioè che sono certamente migliorate le dinamiche all’interno della scuola, con una maggiore attenzione dei professori e dei dirigenti verso le fragilità psicologiche ed emotive degli studenti, attenzione che noto di più anche nelle famiglie».

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