Prosegue la battaglia per il ripristino delle linee tagliate da Atm a seguito dell’apertura della tratta della M4 da Linate a San Babila, in particolare la 73 e la 38, che da inizio luglio fa capolinea al Saini e non serve più il quartiere di Novegro. Dopo la fiaccolata di giovedì 19 ottobre e in attesa del presidio davanti a Palazzo Marino, fissato per novembre, la protesta dei viaggiatori viene affiancata, almeno sul fronte segratese, da incontri tra i rappresentanti dei cittadini e l’amministrazione.
Il Comune di Segrate ha comunicato i dati del monitoraggio sulla linea, che certificano un centinaio di timbrature nell’arco di due mesi. Numeri incompleti, secondo Emanuela Ronzone, lei che sta portando avanti, anche attraverso una raccolta firme tuttora in corso, le istanze del quartiere. «Non vengono conteggiati gli abbonati e coloro che usufruiscono del servizio senza dover obliterare il biglietto», dice.
L’assessore alla Mobilità, Giulia Vezzoni, fa però un discorso che, seppur prendendo spunto dai dati, è di più ampio respiro. «Chiederemo ufficialmente a Milano di ripristinare entrambe le linee – assicura – ma l’idea di farci carico della tratta segratese della 38 non è percorribile. Siamo in predissesto e proprio per questo non paghiamo più noi quei chilometri di trasporto pubblico locale dal 2016. A meno che non arrivino risorse da altri enti, come Regione Lombardia, non possiamo tornare a farlo».
Servirebbero 115mila euro più IVA, secondo le stime comunicate ai cittadini. «Cifra da verificare, anche in virtù del fatto che in precedenza Segrate abbia pagato anche un pezzo di tratta non sul proprio territorio – dice Ronzone – per questo si potrebbe trattare con Milano. E con una revisione del trasporto pubblico locale e della mobilità in generale, che porti a un’ottimizzazione delle risorse, si potrebbe rintracciare almeno parte dei fondi necessari. La 38 è anche un servizio sociale, il Comune deve fare di tutto per garantirlo ai cittadini».
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