«Il mio diploma al corso serale? Un piano B vissuto con orgoglio»

Tiziana Costa si è diplomata al corso serale professionale socio sanitario dell’Istituto Machiavelli a 48 anni

Tiziana Costa è stata la migliore della classe serale dell’Istituto Machiavelli, composta da studenti dai 19 ai 56 anni.

«Sono alla ricerca di un piano B».  Con queste parole, con questo obiettivo, Tiziana Costa si è presentata il primo giorno di scuola tre anni fa. La scuola è il corso serale dell’Istituto Machiavelli per la sanità e l’assistanza sociale; la studentessa è una signora di 45 anni con due figli grandi e un percorso didattico interrotto all’inizio delle superiori, 30 anni prima. «Ho smesso di studiare quando avevo 16 anni – racconta Tiziana, che vive a Pioltello con la famiglia – non perchè non mi piacesse, anzi, ma ero un po’ una “testa calda” e non mi impegnavo con costanza… Proprio per questo i professori avevano deciso di bocciarmi, nonostante non avessi tante insufficienze. Mia madre non lo tollerò e mi costrinse ad andare a lavorare nel bar di famiglia: una cosa che mi è pesata per tutta la vita». Una vita che si è subito riempita di molte cose: il matrimonio giovanissima, due figli a poco più di 20 anni e un lavoro fisso, sicuro. O almeno così sembrava.

«Ho lavorato per 20 anni nelle mense scolastiche dei nidi e mi piaceva: mi piaceva stare a contatto con i bambini e con le educatrici. Finchè però per motivi di salute non ho potuto continuare a svolgere quelle mansioni e ho perso il lavoro». Tiziana si ritrova a casa, i figli grandi ma non ancora autonomi e in mano solo il diploma di terza media. «Ho deciso di darmi un’altra possibilità, di ripartire da dove avevo interrotto – racconta, e si sente tutta la sua grinta – mi sono iscritta al professionale serale dal secondo anno e sono arrivata fino in fondo, mettendocela tutta». Un impegno che ha dato i suoi frutti: Tiziana si è diplomata il 2 luglio con 96/100, la migliore della sua classe, un orgoglio per i professori. «Volevo dimostrare, prima di tutto a me stessa, ma anche ai miei figli, che se ci credi puoi farcela».

Come lei, in quella classe composta da 26 studenti adulti, tra i 19 e i 56 anni, c’erano tante altre persone in cerca del proprio “piano B”. «Una classe che è un concentrato di umanità – spiega la professoressa Stefania Pastorino, referente del corso – storie di conquista, di riscatto. Da chi è stato bocciato in altre scuole, a chi non ha mai potuto terminare gli studi, a chi non ha visto riconosciuti diplomi presi in altri Paesi. Basti dire che durante l’esame finale abbiamo pianto per tutti i maturandi. Quando raccontano come e perchè sono arrivati fino a lì, è impossibile non provare empatia, solidarietà e stima per tutti loro».

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