Il maestro liutaio, nato in Polesine nel 1895, costruì violini, chitarre e liuti considerati di grande pregio nel suo studio di via Conte Suardi
Chissà quanti segratesi si ricordano di Abele Naldi, liutaio di talento che visse e lavorò nella nostra città e la cui esistenza fu un inno all’arte e alla passione. Nato da una famiglia di contadini in provincia di Rovigo, la sua infanzia fu segnata dall’amore per il legno e gli strumenti musicali. A soli 9 anni, lavorava già in una falegnameria, affascinato dagli odori e dalle venature del legno. La sua passione per la liuteria sbocciò a Venezia nel 1912, durante l’inaugurazione del campanile di San Marco, appena ricostruito dopo il crollo del 1902. Lì, vicino al Teatro La Fenice, incontrò un liutaio che gli aprì le porte di un mondo incantato. Da quel momento Abele, trasferitosi a Segrate in via Conte Suardi 10, si dedicò anima e corpo alla costruzione di violini, viole, chitarre e liuti. La sua maestria si distinse per la meticolosità e l’attenzione al dettaglio.
Ogni strumento era un’opera d’arte unica e irripetibile, frutto di vent’anni di lavoro, dalla selezione del legno alla sua stagionatura. Abele sperimentava incessantemente, creando strumenti diversi tra loro, mai due perfettamente uguali. Un aneddoto particolarmente curioso, che sfiora la leggenda, narra di una carovana di circensi che passò per Segrate, portando con sé un prezioso violino Guarneri del Gesù. Per un incidente, lo strumento si ruppe sotto la ruota di un carro. Naldi, con pazienza certosina, raccolse i frammenti e li studiò, comprendendo le tecniche dei grandi maestri del passato.
La sua carriera fu lunga e ricca di successi. Abele Naldi era conosciuto ed apprezzato in tutta Italia, ricevendo numerosi riconoscimenti per la qualità dei suoi strumenti tra cui l’ammissione di due suoi violini alla Triennale di Cremona del 1979. Su Internet è possibile trovare alcune delle sue creazioni in vendita a parecchie migliaia di euro, in particolare le chitarre. La sua opera non si limitò alla costruzione di strumenti, ma si estese anche alla riparazione, alla conservazione e alla formazione di nuove generazioni di liutai.
Tra questi il Maestro Domenico Bertoletti di Sabbionara di Avio, in Trentino, che lo conobbe nel 1973 e che da allora porta avanti questa nobile arte, con notevoli risultati. «Seppi di Naldi e del suo laboratorio – ci racconta Bortoletti – da un parente che avevo a Segrate… e presi subito il treno per venire a conoscerlo. All’epoca avevo provato a bussare alla porta di altri liutai, ma pochissimi erano disponibili a condividere i propri segreti e i materiali. Abele non solo mi accolse ma mi donò anche i primi legni e le prime meccaniche per i miei lavori. Era non solo un ottimo artigiano ma anche una persona gentile e disponibile. Del suo laboratorio ricordo ancora i profumi dei legni esotici e resinosi».
Abele Naldi si spense serenamente nel 1991 a 96 anni, lasciando un’eredità fatta di decine di violini, viole, chitarre e liuti. La sua memoria vive nei suoi strumenti, opere d’arte che continuano a risuonare nelle sale da concerto. La sua storia, un esempio di passione, dedizione e talento artigianale, deve essere una fonte di orgoglio per Segrate e un monito a non dimenticare le figure che rappresentano eccellenze della nostra città. Chissà quanti segratesi lo hanno conosciuto, quanti lo ricordano, quanti possiedono ancora oggi una delle sue opere.
Conoscete un segratese del passato la cui storia merita di essere riscoperta e raccontata? Fatecelo sapere scrivendo una mail a redazione@giornaledisegrate.it!
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