Medici di base: “Abbandonati, lasciati a mani nude”. La lettera firmata da 70 dottori, 9 di Segrate

È indirizzata al Ministro della Sanità, al Presidente Regione Lombardia, all’Ordine e al Sindacato dei Medici la lettera firmata da 70 medici di medicina generale lombardi, in cui denunciano la situazione in cui si trovano tuttora costretti a lavorare e in cui indicano dei punti da seguire per uscire dall’emergenza e poter convivere con il virus. Ecco il testo integrale della missiva firmata da 70 medici, tra i quali 9 medici di famiglia segratesi (in fondo sono evidenziati i loro nomi).

LA LETTERA DEI 70 MEDICI DI BASE

Siamo 70 medici di medicina generale impegnati in tutte province della Lombardia fin dal primo giorno nella lotta al Covid-19. Questa emergenza senza precedenti ci ha spinti a unire le forze. Dai primi di marzo abbiamo costituito una piattaforma su WhatsApp (“Medici in Prima Linea”) che ci ha garantito rapidità e tempestività di intervento. La velocità è stata tale che il gruppo ha spesso anticipato le decisioni degli organi competenti. Questa comunità, inoltre, è stata per molti di noi l’unico punto di rifermento in un momento in cui ci siamo sentiti abbandonati in prima linea. Ma ci saranno altri momenti per esprimere la rabbia, la sofferenza e il disagio per questo mese trascorso a combattere l’epidemia a mani nude, senza protezione alcuna ed in assenza di informazioni certe.

Ora la priorità è un’altra. Mettere al servizio della comunità tutto quello che abbiamo imparato. Lo dobbiamo anche ai colleghi che hanno sacrificato la loro vita sul campo. Il primo dovere che sentiamo verso i nostri pazienti e i cittadini tutti è quello della verità. E la verità è che l’emergenza non è finita e non finirà finché non si troveranno un vaccino o una cura. Nell’attesa di quel momento, però, l’emergenza va gestita – anzi, PUO’ essere gestita – limitandone la drammaticità. Sulla base di un’analisi critica degli errori commessi e delle prassi di successo sperimentate sul campo. Elenchiamo qui le nostre proposte per la FASE 3: la convivenza con il virus.

1) Intervento precoce a domicilio. Dall’esperienza maturata sul campo stiamo riscontrando che se l’intervento è precoce con la somministrazione di idrossiclorochina, azitromicina ed eparine a basso peso molecolare i pazienti vanno meglio, probabilmente ci sono meno ricoveri i malati ottengono una risoluzione del quadro. Se non altro si riducono i numeri dei pazienti candidati alla terapia intensiva. E’ ovviamente un’impressione empirica che è stata recentemente supportata dai primi lavori. In una situazione di emergenza ci siamo accorti che lasciare semplicemente a casa i pazienti con la febbre, in attesa che la malattia guarisca o si evolva, diventa insostenibile.

Aspettare ad intervenire prima del ricovero in ospedale è stata una scelta che non abbiamo condiviso eticamente. Pertanto ci siamo sentiti in obbligo di impostare, sulla base delle informazioni scientifiche disponibili, un protocollo terapeutico che garantisca qualche chance in più, seppur a fronte di qualche rischio attentamente valutato.

Questo mentre gli esperti che tuttora sconsigliano di usare alcuni farmaci (per esempio la idrossiclorochina) fuori dagli ospedali  non tiene conto che anche i medici di medicina generale hanno la possibilità di una conoscenza più precisa del rapporto rischio beneficio rispetto ai virologi “mediatizzati”.

2) Tracciare subito sul territorio TUTTI i casi di pazienti positivi a domicilio. Parliamo dei pazienti dimessi non ancora guariti, di tutti i pazienti seguiti al domicilio dai medici di medicina generale e dei loro conviventi, degli eventuali casi nuovamente sintomatici rilevati negli ambulatori di medicina generale nelle settimane a venire con tamponi da gestire attraverso le strutture territoriali, ove presenti (distretti, ospedali) o da creare ex novo con riposta quanto più rapida possibile investendo risorse in uomini, materiali.

3) Dotare i medici di medicina generale di attrezzature di protezione adeguate al compito di visitare pazienti sospetti senza rischiare una nuova ecatombe, dovuta alla scandalosa mancanza qualsivoglia informazione o DPI forniti a tempo debito (e tuttora in quantità del tutto insufficienti a garantire la riapertura in sicurezza degli studi medici) – per il primo periodo della pandemia quando maggiore è stato il contagio dei Colleghi poi deceduti.

4)  Condivisione a livello nazionale di uno schema di trattamento dei pazienti Covid positivi che superi la frammentazione attuale, figlia della assenza di linee guida ufficiali da parte dell’ISS. Stabilire in modo uniforme ed inequivocabile i tempi di quarantena e le modalità di uscita (certamente con tampone e sierologia non appena disponibile e affidabile) , da comunicare anche all’INPS per le necessarie procedure di indennizzo della malattia.

5)  Favorire adeguati percorsi preferenziali rapidi per la diagnostica per immagini nei casi con sintomatologia più grave,

6)  Prevedere luoghi di isolamento privilegiati in strutture anche non ospedaliere adeguatamente supportate da personale sanitario dove raccogliere i pazienti paucisintomatici in attesa della negativizzazione dei tampone di controllo onde evitare, come fatto finora, di lasciare potenziali propagatori dell’epidemia all’interno di nuclei familiari spesso in abitazioni non consone ad un corretto isolamento.

7)  Ripristinare sul territorio le strutture pubbliche smantellate nel corso degli anni – un fenomeno che dal 2017 ha visto una accelerazione – nel tentativo di svuotare ulteriormente di significato la medicina generale dalle sue incombenze precipue (cura dei cronici).

8)  Mantenere al termine dell’emergenza Covid la sburocratizzazione messa in atto in pochi giorni, dopo anni di inutile attesa. A partire dalle ricette elettroniche totalmente dematerializzate e sostituite da SMS o i rinnovi periodici di esenzioni e protesica varia attualmente farraginose e complesse.

9)  Utilizzare come consulenti dei vari apparati nazionali e regionali esclusivamente persone dotate di esperienza diretta sul campo, indipendentemente dall’appartenenza politica.

10) Rendere operativi i suggerimenti proposti PRIMA dell’arrivo della stagione invernale, quando la periodica influenza potrebbe tornare a farci visita, rendendo il quadro di più difficile individuazione e gestione rispetto al momento attuale.

Nel mese che è appena trascorso l’unica indicazione che ci veniva data genericamente dagli esperti era di monitorare i pazienti ed ancora adesso nelle interviste televisive il leit motiv rimane quello di evitare il fai da te fuori dagli ospedali. Data la “novità” della patologia anche le informazioni in letteratura erano carenti e gli organi competenti (AIFA- ATS- ISS) hanno emanato circolari limitative, quando non decisamente contrarie all’utilizzo di farmaci off label (fuori da indicazioni ufficiali approvate). Tutto questo accadeva mentre sui media nazionali sentivamo esperti sostenere, fino a pochi giorni fa, che “i malati a casa con saturazione al 95% se la cavano tranquillamente senza nulla”. L’esperienza di solo un mese purtroppo ci ha insegnato che non sempre è così e la conferma l’abbiamo avuta dai Colleghi rianimatori, ma soprattutto da molti Colleghi deceduti.

E’ per questo che non vorremmo disperdere questo patrimonio di esperienza che ci ha duramente segnato e trasmetterlo come intelligenza collettiva a quanti dovranno prendere le future decisioni politiche ed organizzative per gestire al meglio un possibile ritorno di fiamma prima o dopo

1-Andrea Mangiagalli- Pioltello
2-Massimo Sorghi – Segrate
3-Luca Vezzoni- Vimodrone
4-Cristoforo Cassisa- Segrate
5-Lorenzo Ferrante- Pioltello
6-Marco Roghi-Milano
7-Marco De Santis- Pioltello
8-Dario Lisciandrano- Segrate
9-Paola Presutto- Gessate
10-Ramponi Alessandro- Pioltello
11-Melissa Guzzetta – Basiano
12-Pamela Pacini- Pioltello
13-Andrea Bozzola –Segrate
14-Milena Galimberti- Pioltello
15-Giovanni Moretti- Pioltello
16-Giuseppe Romano- Pioltello
17-Monica Scaccabarozzi- Vimodrone
18-Laura Pozzoli- Cologno M.se
19-Margherita Assirati San Giuliano M.se
20- Rossella Fumiatti- Segrate
21-Marcella Muratori Mezzera Milano
22-Chiara Tardio Basiano
23-Patrizia Biasi – Milano
24-Stefano Bidoglio- Pioltello
25-Maria Michelotti- Vimodrone
26-Maria Colombo- Vignate
27.Loredana Ferrua- Pioltello
28-Emanuela Sberna – Pioltello
29-Maria Teresa Nicita – Pioltello
30-Marta Moretti – Peschiera Borromeo
31-Luigi Sartirana- Gessate
32-Vanessa Capitanio- Milano
33-Marta Moretti- Peschiera Borromeo
34-Mara Fasani – San Giuliano M.se
35-Antonio Gobbi- Vignate

36-Rodolfo Greblo- Segrate
37-Ruy Milla – Vignate
38-Vera Cupi- Vignate
39-Luigi Sartirana- Gessate
40-Rossella Montieri – Segrate
41-Nora Michelotti –
42-Flavio Sinchetto –Milano
43-Sandrea Cescon – Milano
44-Patrizia Rodriguez – Vimodrone
45-Elena Villa – Vignate
46-Luigi Iorio – Vignate
47-Lauramaria Ernesta Gerola – Segrate
48-Annamaria Paris – Vignate
49-Alma Domi – Vignate
50-Maria Colombo – Vignate
51Maurizio Brigatti – Rodano
52-Elena Villa – Vignate
53-Guido Rizzato – Pioltello
54-Rigamonti Giovanna – Pioltello
55-Vincenza Traclò – Milano
56-Renzo Cicchirillo – Milano
57-Giorgio Tresoldi – Cassano d’Adda
58-Melissa Muratori Mezzera – Milano
59-Mario Bellaviti – Segrate
60-Patrizia Calvi – Rodano
61-Chiara Mariani – Montanaso L.do
62-Mario Gava – Melzo
63-Giuseppe Belleri – Flero (BS)
64-Angelo Attanasio – Montanaso L.do
65-Chiara Mariani – Montanaso L.do
66- Letizia Mansutti Call center Covid
67-Gianlupi Gabriele
68- Livia Nutini Pediatra in Pensione
69-Elisabetta Canitano Ginecologa Roma
70 Anita Capello Igenista ATS MIlano

 

Be the first to comment on "Medici di base: “Abbandonati, lasciati a mani nude”. La lettera firmata da 70 dottori, 9 di Segrate"

Rispondi