Ci aspettano nei prati alle spalle dei palazzi di via Borioli, a Lavanderie di Segrate e a vederli così, in sella alle loro bici, armati dei loro “strumenti di lavoro” negli zainetti e pronti a partire in missione… sembrano proprio dei “moschettieri”: valorosi soldati a difesa dell’ambiente. Loro sono un gruppo di ragazzi di 12-13 anni, seconda media, quasi tutti compagni di classe alla scuola secondaria di Redecesio. Un giorno uno di loro, Federico Olmo Manzati, vede un video che lo colpisce: si parla di disastri ambientali, del poco tempo che rimane, di emergenza climatica, insomma si tratta di salvare il mondo e, come ogni adolescente che si rispetti, si sente chiamato in causa. Federico mette insieme un gruppo di amici, sono in sei: lui, Carlo, Emanuele, Andrea, Ivan e Loris accomunati da una passione, la bicicletta. Iniziano a pedalare intorno a casa, tra Lavanderie e Redecesio, e si accorgono che comunque anche lì intorno di cose da fare ce ne sarebbero per rendere il nostro pezzettino di mondo un po’ migliore e così si rimboccano le maniche. Guanti e sacchi negli zaini, scendono alla cava del Centroparco alle spalle dell’area giochi di Lavanderie e puliscono i prati da cartacce e sporcizia varia. Federico scrive anche al sindaco che li riceve, li ringrazia del loro aiuto e li sprona a continuare. E loro continuano, cavalieri senza macchia, a togliere almeno un po’ di… macchie dal nostro mondo.
«Ormai è un appuntamento fisso – ci spiega Federico – tutti i martedì dopo che abbiamo fatto i compiti andiamo alla spiaggetta della cava, raccogliamo la sporcizia abbandonata, la differenziamo e poi la buttiamo». E ogni volta trovate immondizia da buttare? «Sì, ogni volta», risponde un po’ sconsolato. Cosa pensate delle persona che lasciano i rifiuti per terra? «Che sono degli incivili», mi dicono in coro. E cosa dicono i vostri compagni di quello che fate? «Ci dicono che sono con noi – rispondono – Ma poi non vogliono sporcarsi le mani…». E una certa Greta… la conoscete? «Certo – replicano senza esitazione – è una ragazza intelligente, che dice cose giuste, tutti dovrebbero ascoltarla». Anche i “nostri” ragazzi hanno qualcosa da dire, e hanno iniziato a farlo nel modo a loro più congeniale: tramite internet. Federico ha aperto da solo un blog dove parla di ambiente, di cosa fare per tutelarlo e di cosa sta facendo con i suoi amici. Insomma, la nostra Greta… si chiama Federico Olmo. Un nome già di per sé premonitore di un destino. «Mio padre ha voluto chiamarmi Olmo dal film “L’albero degli zoccoli”, quell’albero era appunto un olmo». Ci sono alberi, prati e… montagne di pattumiera negli orizzonti di questi ragazzi. Cose reali, azioni concrete, ben lontane dai mondi virtuali in cui oggi si confrontano i loro coetanei. «No, non ci piacciono i videogiochi – mi dicono – Non ci interessano». Mi sorprendono, ma insisto. Davvero niente Playstation, Fortnite, giochi sul cellulare? «Beh, sì li ho – mi confida Federico – e a dir la verità anch’io fino alla quinta elementare li usavo tantissimo, ero quasi dipendente. Poi però da quando ho iniziato a uscire non li uso più, non mi danno più soddisfazione». Eccola la parola magica, forse la chiave di tutta questa storia: “uscire”, come il nome del loro gruppo su WhatsApp. Questi ragazzini escono da soli, e questo senso di libertà, che è diventato impegno, amicizia, solidarietà batte qualsiasi dipendenza. Ricordiamocene, genitori controller
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