Vaccini antinfluenzali, caos su tempi e disponibilità: «In farmacia non ne abbiamo»

Secondo gli esperti mai come quest’anno più persone possibili dovrebbero fare la vaccinazione antinfluenzale e negli scorsi mesi siamo stati tempestati di messaggi sulla sua importanza, per tutte le fasce di età, soprattutto per poter poi riconoscere eventuale infezione da Covid19. Peccato che, a inizio ottobre, non si sappia ancora nulla di come e dove potersi vaccinare, ma, soprattutto, se potremo davvero farlo tutti.

MANCANO VACCINI PER LA VENDITA IN FARMACIA

L’associazione dei farmacisti denuncia la mancanza di 1,25 milioni di dosi per poter coprire il fabbisogno. E anche dall’ “osservatorio” di Segrate si confermano previsioni non rosee. “Per come sono messe ad oggi le cose – dichiara Sara Zucca, titolare dell’omonima farmacia in centro città – non avremo vaccini disponibili da vendere. E questo è un grosso problema, perché significa non tutelare la parte attiva della popolazione”.

Tutti i lotti vaccinali, infatti, ordinati dal Governo, sono stati destinati alle Regioni, che li renderanno disponibili, tramite le reti sanitarie regionali, alle categorie fragili e protette, come sanitari, donne in gravidanza, persone oltre i 60 anni e bambini sotto i 6 anni. Per queste categorie il vaccino sarà gratuito, sarà somministrato nei centri vaccinali o dai medici e pediatri di base che aderiscono alla campagna e dovrebbe essere disponibile da metà mese, secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’Assessore Gallera. Ma per tutti gli altri?

“La cosa assurda è che lasciano scoperta proprio la fascia di popolazione più attiva – spiega la Zucca – quelli che possono anche diffondere con più facilità il virus. Un grave errore che abbiamo denunciato come categoria”. Il presidente di Federfarma ha infatti chiesto al Ministero di rendere disponibili per le farmacie i ‘resi’, cioè le dosi non utilizzate dalle Aziende sanitarie, nella misura di almeno il 10% del totale dei vaccini, o di ricorrere all’importazione dall’estero.

PROBLEMI NEGLI AMBULATORI MEDICI

“Tra l’altro non sarà nemmeno facile poter vaccinare tutte le persone che hanno diritto alla vaccinazione gratuita – spiega la Zucca – medici e pediatri di base lamentano difficoltà legate alla carenza di spazi e attrezzature idonei. Noi farmacie dovremo fare da “rete di stoccaggio” dei lotti a loro destinati, ma il problema è che molti medici non hanno frigoriferi adatti a conservare centinaia di dosi, oltre al fatto che possono avere problemi a gestire centinaia di richieste. Noi farmacisti siamo a disposizione per aiutarli: stiamo seguendo i corsi per inoculare il vaccino in farmacia, corsi che forniscono il patentino di ‘farmacista vaccinatore’. Peccato che in Italia – spiega amareggiata la Zucca – al contrario di quanto avviene in tutta Europa, i farmacisti non possono farlo: lo vieta un regio decreto del 1934 che sarebbe il caso di modificare!”.

Bisogna anche aggiungere che non tutti i medici e pediatri di base aderiscono alla campagna vaccinale: ad esempio non hanno aderito le tre pediatre dello studio associato di via Cassanese a cui afferiscono i segratesi da 0 a 14 anni. “Non abbiamo né gli spazi, né il personale che serve per poter vaccinare i bambini – spiega la dottoressa Cristina Besana. La Regione non può scaricare su di noi una responsabilità che sta in capo ad ATS”.

DAL CENTRO VACCINALE NESSUNA INFORMAZIONE

Nel poliambulatorio di via Amendola però, al momento, nessuno sa niente. Nella ex ASL di Rovagnasco che ufficialmente ha riaperto i battenti a fine settembre, un nastro bianco e rosso chiude il passaggio verso il piano superiore, dove si trovano gli ambulatori vaccinali. Un cartello invita a salire solo chi ha appuntamento. Molte le persone in coda in cerca di informazioni, che però non ci sono. Nessuno sa dirci quando arriveranno le dosi, né secondo quale calendario verranno rese disponibili. Insomma, non resta cha aspettare (e sperare).

 

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