I Robin in trenta scatti d’autore. “La diversità ci rende belli”

Il backstage del servizio fotografico realizzato dalla segratese Sara Busiol sui Ragazzi di Robin

Le fotografie di Sara Busiol raccontano i ragazzi, i loro corpi, le loro passioni.

L’appuntamento è per sabato 22 maggio alle ore 16 in Piazza San Francesco, l’inaugurazione vera e propria sarà lì. Poi, una giornata al Centroparco, la domenica dalle 10 di mattina, per condividere ancora tutto con tutti. E anche se è saltato l’allestimento al Centro Verdi non ancora disponibile causa norme anti-Covid, i Ragazzi di Robin si prendono la scena, tutti in posa, tutti pronti per lo scatto dell’anno. La mostra fotografica “L’essenziale è invisibile agli occhi”, con le istantanee di Sara Busiol, è nel cassetto da troppo, chiusa a chiave dal virus. Le prime sessioni risalgono all’ottobre del 2019, con la fotografa che ha proposto quest’esperienza particolare, intensa, trovando una porta spalancata visto che le mamme dei Robin già da tempo avevano in mente un progetto di questo tipo. Mentre alcuni compagni di viaggio, dell’associazione Silvia Tremolada di Monza, erano abituati a vedersi in costume da bagno in quanto nuotatori, per molti dei Robin è stata una sfida.

«Non erano a proprio agio – racconta la presidente Melania Bergamaschi – ma è stato importante instaurare un dialogo con il proprio corpo. Li vediamo sempre vestiti con la… divisa da disabili, era giusto che per una volta non fosse così». Non solo. I Robin sono persone ormai adulte, con le pulsioni di tutti, con quel tema della sessualità che sembra un tabù e che invece va affrontato. «Il loro corpo sembra qualcosa di così diverso da non doversi mostrare – ribadisce la vicepresidente dell’associazione segratese, Donata Rocca – invece le foto in mostra sono un inno alla loro bellezza. Spesso i disabili non sono molto espressivi, questa rassegna di scatti però mette in evidenza la loro essenza diversa e speciale».

Nelle istantanee i ragazzi tengono in mano degli oggetti che rappresentano le loro passioni: una chitarra, dei pennelli, un videogioco, guantoni da boxe. C’è Rebecca, friulana doc, con quello scatto che ha una forza dirompente, con la carrozzina ribaltata e lei distesa a terra. C’è la segratese Francesca Maiorano, con il suo sorriso da copertina e da… locandina. «Quando per anni vieni bullizzata a scuola, con la tua carrozzina che viene presa a calci – spiega – finisci per avere seri problemi ad accettare il tuo corpo e i suoi difetti causati dalla malattia. Ancora oggi non ho un grande rapporto con lo specchio… Per me questa mostra è l’occasione per fare pace con me stessa, mentre guarderò le mie foto penserò che sono bella e che il mio corpo va benissimo così com’è. Sono semplicemente diversa e questo non è un male, anzi, proprio per questo sono bella. Per questo ringrazio i Ragazzi di Robin, perché credono in me e mi accettano per quella che sono, con tutte le mie imperfezioni».

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