“Cambiare i protocolli nelle scuole”, l’appello dei genitori

Centinaia di bambini sono a casa in quarantena, per loro la scuola è "a distanza"

Tra quarantene, isolamenti, testing e DAD, le famiglie sono in grande difficoltà. E chiedono di rivedere le regole.

Se c’è qualcuno che in prima persona sta vivendo la difficile situazione nelle scuole è la presidente dell’Associazione Genitori Milano2, Valentina Bensi. Perché ogni giorno è coinvolta nelle attivissime chat scolastiche e perché si è ritrovata anche lei a sperimentare la situazione del “caso positivo” in classe. “Mi sono resa conto che ci sono delle lacune enormi nella circolare ministeriale – commenta. Ad esempio perché si parla di T0, cioè tempo zero, entro cui tutti i compagni devo fare il tampone, ma è un generico ‘prima possibile’ lasciato alla sensibilità individuale. E poi c’è l’assurdità, in caso di due o più positivi, di mettere in quarantena l’intera classe compresi i bambini vaccinati o appena guariti dal Covid, ma perché quando questo non succede se il contatto avviene in ambito extrascolastico?”.

Le nuove norme anti-Covid introdotte con il nuovo decreto ministeriale di gennaio sono complesse, differenziate per ordine di scuola e fonte di innumerevoli dubbi per i genitori. Anche le direzioni e le segreterie degli istituti lamentano grandi difficoltà nella gestione burocratica della situazione sanitaria.

Attualmente sono decine le classi in quarantena a Segrate e centinaia i bambini che stanno facendo lezione da casa in DAD. Solo alla scuola primaria Rodari di Milano2 al 22 gennaio erano 11 le classi in quarantena e 4 in testing, più della metà della scuola.

I primi a risentire della situazione sono, secondo la Bensi, proprio i bambini: “Ci sono bambini che hanno dovuto fare un quarantena per un caso in famiglia e poi non sono potuti tornare a scuola perché nel frattempo la classe era entrata in quarantena – racconta – molti di loro crollano, non ce la fanno più. Occorre cambiare le regole, e in fretta”.

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