Vicino a Cascina Ovi una succursale della Fondazione presieduta da Marcello Dell’Utri
Testi antichi, libri preziosi dalle copertine lavorate, volumi unici con illustrazioni di grandi artisti. Una selezione della prestigiosa “Biblioteca di Via Senato” è arrivata a Segrate. Ha infatti aperto da pochissimo, in un loft in zona Cascina Ovi (proprio vicino a dove sorgerà la nuova biblioteca dei bambini e arriveranno i laboratori di Brera), lo Studio Bibliografico di Milano2, “succursale” della famosa biblioteca meneghina.
La Fondazione Biblioteca di via Senato è stata costituita a fine anni ‘90 da Marcello Dell’Utri, che ne è attualmente Presidente, e vanta un patrimonio di enorme valore, con libri di storia, fantascienza e archivi di grandi personaggi storici. Migliaia di volumi ospitati nelle antiche e nobili sale in centro Milano, che però avevano bisogno di trovare uno spazio extra, e la scelta è ricaduta su Segrate.
Attualmente lo spazio individuato è ancora in uno stato provvisorio e lo Studio Bibliografico sta cercando volontari che aiutino nella catalogazione dei volumi (nella locandina sotto apparsa sui social è indicato come candidarsi). Nel futuro però, secondo quanto appreso dal Giornale di Segrate, l’intenzione sarebbe quella di aprire le sale al pubblico per eventi e per la consultazione dei preziosi testi.
La Biblioteca di Via Senato era già finita nelle cronache locali alcuni anni fa: nella primavera del 2012, infatti, fece molto discutere il progetto per trasferire a Segrate la sede della Fondazione – con al seguito il suo enorme patrimonio librario, allora stimato in 140mila volumi – che avrebbe dovuto trovare casa al Centro Verdi allora in fase di ristrutturazione. Per fare spazio alla Biblioteca (soprattutto ai libri) era stata varata dall’allora amministrazione comunale del sindaco Alessandrini – che aveva accolto la proposta del senatore di accasarsi a Segrate – una variante al piano di riqualificazione dell’ex municipio, che vide un forte braccio di ferro in Consiglio con l’attuale sindaco Micheli tra i più perplessi rispetto all’ipotesi. Il piano, dopo alcuni mesi di stallo, venne poi accantonato quando lo stesso Dell’Utri scartò la soluzione “segratese”.
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