La mostra dei Robin “emigra” in Brianza, nelle piazze e a scuola

Le fotografie che ritraggono i Ragazzi di Robin sotto il porticato dell'Arengario nel centro di Monza

Gli scatti che raccontano i ragazzi e il loro mondo sono stati ospitati in tanti comuni e scuole fuori Segrate.

Un vernissage al Centroparco, en plein air, poi un viaggio entusiasmante, tra scuole e location prestigiose, con Segrate che però è rimasta sullo sfondo, anzi è sparita all’orizzonte. La mostra fotografica dei Ragazzi di Robin, “L’essenziale è invisibile agli occhi”, con gli scatti di Sara Busiol, il 2 aprile verrà allestita presso la Sala Aurora di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno e sarà protagonista dell’iniziativa “Cesano in blu” in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo. E’ solo l’ultima tappa di un tour che ha visto le istantanee che ritraggono i Robin attraversare in lungo e in largo la Brianza. Da Usmate Velate a Varedo, passando per Vedano al Lambro e Monza, dove la mostra ha trovato spazio al bocciodromo Rosmini, al teatro “Binario 7” e perfino nella centralissima Piazza dell’Arengario. E poi le scuole, sempre a Monza e non a Segrate. Il liceo Zucchi sotto Natale, il plesso Pertini a San Rocco, periferia del capoluogo, dal 18 marzo fino a oggi, giovedì 31 marzo, quando verrà smontata per essere allestita sabato a Cesano Maderno, come detto.

«Doveva durare una settimana ed essere al centro di un lavoro della scuola che ha prodotto un video per partecipare a un concorso – spiega la presidentessa dell’associazione segratese, Melania Bergamaschi – ma è diventata… oggetto di pellegrinaggio per tanti istituti della zona. Così, ci hanno chiesto di raddoppiare e per noi è stato ovviamente un piacere e un orgoglio. Siamo contenti che la mostra sia entrata nelle scuole, uno dei pilastri dell’educazione insieme alla famiglia, perché quello che ci lascia questa esperienza è la speranza che ci sia la possibilità di lavorare con i giovani, che devono essere appunto educati alla disabilità, a viverla non come stranezza ma ad abituarsi alla sua presenza». E le riflessioni degli alunni che si sono soffermati davanti alle varie fotografie in bianco e nero che ritraggono i Robin e il loro mondo, le loro passioni, sono la sintesi di questa fiducia. Raccontano una condivisione, un’empatia, la voglia di comprendere, di interpretare quelle immagini, le pose scelte, i sorrisi o le espressioni apparentemente enigmatiche. «Il messaggio è stato colto – chiosa Bergamaschi – nelle sue varie sfaccettature, sempre diverso ma comunque positivo». E questo 2 aprile porta in dote un altro passo di questo viaggio, uno scenario da favola per questa mostra che a Segrate è nata e che è stata valorizzata altrove. Che ha trovato la sua strada nonostante tutto, convincendo e conquistando, anche commuovendo.

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