Rivoltana, la nuova ciclabile “dimentica” il Parco Esposizioni Novegro: «Occasione persa»

Gabriele Pagliuzzi, amministratore del Parco Esposizioni, di fronte all'ingresso della fiera

Dal nuovo percorso nessun collegamento diretto al polo fieristico. Il patron Pagliuzzi: «Ottimo progetto, ma noi… ignorati. I visitatori in bici come ci raggiungeranno? Non siamo stati coinvolti, un peccato»

«Come un treno che salta la fermata prevista, la tanto attesa nuova ciclabile che unirà, nel nome delle due ruote, Milano e Idroscalo, sembra aver ignorato il Parco Esposizioni Novegro». È lo sfogo del patron del polo fieristico segratese, Gabriele Pagliuzzi, di fronte al cantiere della “superciclabile” in fase avanzata di realizzazione lungo l’asse di via Corelli-Rivoltana. Dove, un po’ a sorpresa, non sarebbero stati previsti da Città metropolitana – titolare del progetto nell’ambito del piano “Cambio” – collegamenti con l’ingresso ai padiglioni visitati ogni anno da decine di migliaia di persone, in particolare in  arrivo dal capoluogo.

«Sono un sostenitore di questo progetto e da almeno vent’anni mi batto per la costruzione di un percorso sicuro per ciclisti e pedoni lungo via Corelli, da sempre molto pericolosa – spiega Pagliuzzi – purtroppo non siamo stati coinvolti nella fase di progettazione e quindi ci troviamo ora finalmente con la ciclabile ma senza alcuno “sbocco” verso il Parco Esposizioni, una beffa». Anche perché l’obiettivo, sottolinea l’amministratore del polo fieristico locale, è proprio quello di invogliare i visitatori a raggiungere le fiere in bici piuttosto che in auto. «Sì, ma il volenteroso ciclista o la famiglia per accedere al Parco Esposizioni, dopo aver salutato con la manina il suo ingresso, dovranno spingersi fino alla rotonda esistente di via Novegro, poi inoltrarsi lungo l’improprio tracciato ricavato dalla sovrapposizione della attuale ciclabile con il marciapiede lungo la via Novegro medesima e, sfiorando ingressi vari e percorrendo qualche chilometro aggiuntivo, affrontare la prima rotonda di via Jannacci e quindi accedere da sud», sottolinea Pagliuzzi. Un giro molto lungo quando l’accesso sarebbe proprio lungo l’asse ciclabile.

«Sarebbe bastato prevedere un’apertura del cordolo e un attraversamento pedonale ben segnalato, così come si sta facendo in prossimità del centro di accoglienza, sarei stato disponibile a farmi carico delle opere per adeguare il nostro ingresso rendendolo adatto alle bici. Il mio timore – aggiunge – è che i visitatori una volta arrivati qui di fronte tentino pericolosi attraversamenti scavalcando la pista per entrare, una situazione certamente da evitare». L’appello a Palazzo Isimbardi – e al Comune di Segrate, seppure non sia un cantiere di sua competenza – è di rivedere la scelta prendendo in considerazione di creare un accesso. «Quello che allarma è la disattenzione delle carte burocratiche nei confronti delle esigenze del territorio – conclude Pagliuzzi – a noi italiani piace ingarbugliare le cose».

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