Trattoria La Pergola, ora tocca alla terza generazione: «Qui ci si sente a casa»

Sopra, foto di gruppo all’interno del ristorante con Maria Angela Cogorno (al centro) e l’attestato ricevuto da Regione Lombardia

Il ristorante della famiglia Cogorno ha radici a fine ottocento. È il locale più antico della città, punto di riferimento da sempre per segratesi e non. Dal 2020 al timone i nipoti dei fondatori 

È uno straordinario caso imprenditoriale di successo e longevità, ma anche un grande “romanzo famigliare” che percorre in parallelo le vicende della città. La Trattoria La Pergola è stata premiata da Regione Lombardia con il fregio di “Attività storica” in occasione dei suoi 56 anni. Un titolo – già… assegnato di fatto dei segratesi – che dice qualcosa ma non tutto sull’albero genealogico del locale che non ha bisogno di presentazioni, punto di riferimento e meta tra le più frequentate per il pranzo grazie a un modello fatto di cucina semplice, sevizio rapido e ambiente caldo e accogliente.

«Chi viene qui si sente a casa», sorride Maria Angela Cogorno, che ci apre le porte al primo piano dello storico edificio di via Roma  («Ha 300 anni, è il più antico di Segrate insieme a qualche cascina e alla Chiesa di Santo Stefano qui di fronte», sottolinea) un tempo camera da letto dei genitori e oggi “cabina di regia” del ristorante. Contenti dell’attestato ricevuto? «Sì, è stata una bella cerimonia in piazza Mercanti, a Milano, la nostra famiglia gestisce l’attività dagli anni Sessanta ma la storia in realtà è iniziata molto prima», ci spiega la signora Maria Angela, che ha gestito fino al 2020 il ristorante assieme ai cinque fratelli – Cecilia, Felicina, Francesco, Renata e Luigi – prima che passassero il testimone ai figli. «Abbiamo fatto delle ricerche, possiamo dire con certezza che dal 1936 al 1966 il locale è stato della famiglia Riboni e prima ancora della famiglia di Giovanni Cerea, che era anche sagrestano e suonava le campane della chiesa. Sappiamo però che l’osteria nacque  ben prima, nell’800, anche se un incendio distrusse l’archivio comunale e quindi non abbiamo le carte…».

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L’era dei Cogorno si aprì dunque a metà anni Sessanta, con l’acquisto tramite cambiali del locale. «Siamo milanesi e ci siamo trasferiti a Segrate nel 1957 – racconta Maria Angela – papà Rino, detto “el cap”, era capostalla dai Radaelli mentre mamma Isolina gestiva la pesa pubblica sempre in questo edificio, mi ricordo in casa questo apparecchio mastodontico per pesare i carri». Come diventarono ristoratori? «Mio padre ebbe un grave incidente, fu colpito da un toro, e non potè continuare a lavorare in stalla. Erano bravi a cucinare, fecero i debiti e si buttarono… diedero alla trattoria il nome della mamma “Da Isolina”», ricorda. Era un bar trattoria, aperto tutti i giorni dalle 6 all’1 di notte, con una dozzina di coperti. Un ritrovo fisso per la gente del paese. «Negli anni, ripagati i debiti, ci siamo allargati e noi figli siamo stati sempre più coinvolti: il nuovo nome, “La Pergola”, risale agli anni Ottanta, quando i nostri genitori ci lasciarono la gestione. Ci siamo ispirati a un bel pergolato con uva nera e glicine che c’era dove abbiamo oggi la veranda affacciata su via Cellini».

Sono gli anni in cui prende forma il ristorante come oggi lo conosciamo, arricchendo il menù di Isolina fatto di piatti tipicamente locali, dal risotto al brasato. «Abbiamo sviluppato una cucina… italiana, che abbraccia ricette e sapori oltre la Lombardia – dice Maria Angela – ho studiato vent’anni insieme ai miei fratelli il menù, tutte le sere, e non c’era Internet! Sono stati anni di grande lavoro, prima eravamo aperti anche la sera ma poi, diventati genitori, abbiamo rallentato un po’. E il 1° gennaio 2020 abbiamo dato a nostra volta le chiavi in mano ai nostri figli Stefano, Luca, Davide, Mauro, Lorena, Valentina, Giulia». Dopo due mesi è arrivata la pandemia… «Sì – riflette la signora Cogorno – un periodo difficilissimo,  ma i ragazzi hanno messo in piedi subito un efficace servizio di delivery e hanno tenuto duro. Ora le cose vanno meglio, hanno anche iniziato a organizzare delle cene molto apprezzate».

La Pergola insomma, arrivata alla terza generazione, si evolve ma restando ben salda alle proprie origini.  «I clienti, come dicevo, qui si sentono a casa – si illumina la ristoratrice – pensi che molti si sono conosciuti qui diventando poi amici. Il Covid ci ha un po’ allontanati, ma la voglia di stare insieme condividendo il pranzo sta tornando quella di prima». 

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