Bus, Novegro “orfana” della 38. «Il Comune intervenga»

La linea 38 che fino al 5 luglio arrivava fino a Novegro. Ora si ferma al Saini

Non c’è solo la 73. I residenti chiedono venga tutelata anche la linea 38

Due settimane fa, il 6 settembre, la Commissione comunale ad hoc a Palazzo Marino; a fine mese, già annunciata, una nuova mobilitazione per chiedere a Sala di ripristinare il bus 73 (soppresso con l’apertura della linea metropolitana M4). La battaglia prosegue, anche in virtù della posizione espressa in aula da Atm: sono gli utenti a doversi adeguare alle scelte dell’azienda. Una rigidità che ha raccolto critiche bipartisan e che ha deluso i cittadini che stanno protestando.

Tra di loro la segratese Emanuela Ronzone, molto attiva anche sul fronte delle modifiche al tragitto della 38, che dal 5 luglio fa capolinea al Saini e non serve più il quartiere di Novegro. «Sono loro ad aver creato dei disservizi – attacca – non possono ignorare le esigenze e le richieste dell’utenza. Nessuno nega l’importanza della M4 e di quei 12 minuti da Linate a San Babila, ma non si può equiparare una metropolitana a un mezzo di superficie. Intanto per le fermate intermedie, che il metrò non prevede e che invece sono importanti per i cittadini, ma anche per questioni di accessibilità. Sala sta creando una città che non è a misura di persone fragili e questo è sbagliato».

Se per la 73 sono previsti nuovi tavoli da qui a novembre, la manifestazione della quale abbiamo già detto, un tavolo di lavoro al quale prenderanno parte anche le associazioni che si occupano di disabilità e il proseguimento della proficua raccolta firme; per quanto riguarda la 38 la sponda di Milano non è la stessa. «Per portarla a Segrate affrontammo una vera battaglia – ricorda Ronzone – e ora Novegro rischia di essere ancora più isolata. Non ci sono supermercati o mercati, mancano i servizi, e la 38 era comodissima: portava al mercato di via Valvassori Peroni, al liceo Donatelli e ad alcuni presidi sanitari». Fermarla prima di Novegro penalizza un quartiere già in difficoltà.

Ronzone avanza una proposta. Quando fu istituita, in un primo periodo ad accollarsi i costi di quella tratta aggiuntiva di circa un chilometro e mezzo fu il Comune di Segrate, prima che Atm si prendesse in capo l’onere complessivo della linea. «Ho chiesto che si andasse in quella direzione – spiega – almeno per tamponare la situazione in attesa di un tavolo nel quale porre la questione, ma la risposta è stata “siamo in predissesto”». Ronzone non ha intenzione di arrendersi: l’idea è quella di mobilitare il quartiere e organizzare un pressing su via Primo Maggio perché si faccia carico dei bisogni dei cittadini di Novegro.

Come detto, a Milano la partita della 38 non ha lo stesso appeal di quella legata alla 73, ma in linea di principio la questione è del tutto analoga. «Sala se ne frega dei cittadini, in particolare di quelli che non abitano a Milano – afferma il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, Alessandro Verri – eppure lui è anche il sindaco di Città metropolitana. La sua idea di Milano green cozza con la limitazione delle linee di superficie che servono la cintura e la periferia, perché questa strategia costringe a usare l’auto. E poi ho chiesto a quanto ammonti il risparmio: non ho ricevuto risposte».  

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Jacopo Casoni
Jacopo Casoni, giornalista professionista, nell’arco della sua carriera si è occupato di tanti temi, dallo sport alla politica, passando per la cronaca e il racconto della città di Milano. Dal 2008 fa parte della redazione di Telenova e dal 2016 collabora anche con testate locali, prima Segrate Oggi e poi il Giornale di Segrate.

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