Il nuovo edificio sta sorgendo sulle sponde del lago, ma fa già discutere.
Lo scheletro in muratura è quasi ultimato, poi sarà la volta degli infissi e delle finiture. Ma la struttura che ospiterà i nuovi uffici di Città metropolitana nel parco dell’Idroscalo fa molto discutere. Innanzitutto per l’impatto visivo, ingombrante e incombente com’è sul lago, con l’orizzonte “sporcato” non poco dal nuovo edificio. E poi per l’opportunità di una nuova costruzione in quel contesto.
Il consigliere delegato all’Idroscalo, Roberto Maviglia, spiega che in realtà non c’è stato alcun consumo di suolo per realizzare l’opera. «Le volumetrie sono le medesime di due strutture presenti nella stessa area, un locale tecnico e un prefabbricato che ospitava un’attività di ristorazione chiusa da tempo – afferma – quest’ultimo non era recuperabile da un punto di vista statico e strutturale, così si è deciso di rimuoverlo e varare questo progetto, che va nella direzione di spostare gli uffici che si occupano di Idroscalo in loco, mentre oggi si trovano in viale Piceno».
Lo shock di chi osserva quella porzione di parco dal lato opposto del lago è legato al fatto che gli edifici precedenti erano orientati in modo da non occupare la sponda con il lato lungo e quindi erano meno “invadenti”. C’è poi il tema dei ritardi nei lavori. Maviglia garantisce la chiusura del cantiere per fine 2024, ma sul cartello informativo, a fronte di un inizio certificato nel febbraio 2023, si stimava una durata di 450 giorni (fine lavori a metà maggio). C’è da segnalare, però, che dopo il nubifragio dello scorso luglio il parco rimase chiuso per settimane e in quella zona l’emergenza durò anche di più.
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