Gli studenti del Machiavelli hanno potuto assistere all’anteprima del film e ascoltare in diretta la testimonianza della mamma.
Dodici anni fa, il 20 novembre 2012 Andrea Spezzacatena, un ragazzo di 15 anni, si toglie la vita a seguito di continui insulti da parte di compagni di scuola. Un evento tragico che risulta essere il primo caso in Italia in cui atti di bullismo e cyberbullismo portano al suicidio di un minore.
Da quella storia emblematica e tragicamente attuale, è nato un film: “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, in programmazione al cinema. Lunedì 4 novembr, 250 studenti del liceo Machiavelli di Pioltello hanno potuto vederlo in anteprima, grazie ad una iniziativa nazionale a cui ha aderito Sanfelicinema. Una proiezione speciale aperta solo ai ragazzi delle scuole, a cui è seguito un dibattito in streaming da Roma a cui erano presenti componenti del cast, la cantante Arisa e la mamma di Andrea, Teresa Manes.
Da anni la donna porta avanti una battaglia per sensibilizzare sul tema del bullismo e per raccontare la storia del figlio, come ha fatto nel libro Andrea oltre il pantalone rosa da cui è stato tratto il film. Perché il pantalone rosa? Lo spiega lei stessa parlando di un banale incidente domestico: a causa di un lavaggio sbagliato, i jeans rossi di Andrea si erano tinti di rosa. Andrea aveva deciso di indossarli ugualmente ma i bulli che da tempo lo avevano preso di mira con insulti omofobi, si accaniscono ancora di più con l’apertura di una pagina Facebook creata ad hoc per deriderlo e intitolata appunto: Il ragazzo dai pantaloni rosa. La madre scopre l’esistenza della pagina solo dopo la morte del figlio e da allora ha dedicato il suo tempo, la sua vita, a spiegare ai ragazzi quanto può essere pericoloso e violento l’uso che si fa delle parole e dei social.
“Questo film porta Andrea dove dovrebbe stare: tra i banchi di scuola” ha detto durante il suo intervento. “Quello che è successo a lui può succedere a tutti – ha ribadito – ma non lasciatevi piegare, ciascuno vale”. Toccante anche l’intervento del protagonista, il giovane attore Samuele Carrino, che ha detto di aver provato una tale empatia per Andrea da “portare un pezzetto di lui nel mio cuore”. Una sensazione probabilmente condivisa dai tanti ragazzi in sala, che hanno guardato il film in religioso silenzio per poi scoppiare in un emozionato ed emozionante applauso finale. Per il film, ma soprattutto per Andrea.
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