“Anche Redecesio fa parte di Segrate”: mille firme per chiedere più cura e servizi

Nella foto, l’area di via delle Regioni da tempo in stato di abbandono tra l’ex Cise e il comparto Aler

La petizione online di una residente del quartiere: riflettori accesi su bancomat, marciapiedi e giardini

Ha qausi raggiunto quota 1.000 firme digitali la petizione lanciata il 23 ottobre da una residente per chiedere più manutenzione e servizi nel quartiere. Perché “anche Redecesio fa parte di Segrate”, questo lo slogan scelto per l’iniziativa partita da un post di successo sui social e diventata poi mobilitazione “ufficiale”. «Mi sono resa conto che tanti condividono le mie preoccupazioni ed esigenze, vivo qui da quarant’anni e nonostante la crescita del quartiere sono diminuiti i servizi ai cittadini e a mio parere c’è meno attenzione del Comune rispetto ad altre frazioni», dice Tiziana De Angelis, ideatrice della sottoscrizione condivisa su change.org e portavoce degli “scontenti” di Redecesio.

Tra le richieste presenti nel documento, che ha come destinatario l’amministrazione Micheli, c’è la situazione di giardini pubblici, arredo urbano, marciapiedi. Ma anche la carenza di servizi utili in particolare agli anziani, non solo sul fronte dei trasporti. «Lo scorso anno ha chiuso l’unico sportello bancomat presente, bisogna andare all’Esselunga, a Segrate Centro o addirittura a Milano – dice De Angelis – in più sarebbe utile un’apertura della farmacia più ampia, oggi chiude alle 19, così come già succede in quelle comunali in altri quartieri». Questo e altro nel cahier de doleances da sottoporre alla giunta, già destinataria delle segnalazioni di De Angelis finite anche nella nostra rubrica “Cittadini reporter”.

«Ho provato a farmi sentire, non con chissà quali pretese ma con la richiesta di maggiore cura per alcuni spazi pubblici come ad esempio i giardini di via Reggio Emilia e via Milano che sono in pessime condizioni – dice la residente – su alcune cose, come la carenza di servizi come appunto il bancomat, è chiaro che il Comune non può intervenire direttamente ma solo farsi carico delle nostre istanze, su altre situazioni vorremmo però degli interventi così come avviene ad esempio al Centroparco dove sono sorte diverse nuove strutture ludiche e sportive: ecco, vanno benissimo ma perché non valorizzare prima quelle esistenti?». L’obiettivo, della petizione fissato inizialmente a quota 500, è stato spostato a 1.000 adesioni ormai quasi raggiunte (al momento della pubblicazione di questo articolo sull’edizione cartacea del giornale del 7 novembre le firme erano 650, ndr).

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«Uniamoci per migliorare la qualità della vita nel nostro quartiere – l’invito di Tiziana – non bisogna solo lamentarsi ma anche muoversi… non mi interessa sapere di chi sono eventuali colpe ora o nel passato, vorrei solo vedere la stessa attenzione rivolta ad altri quartieri anche verso Redecesio, siamo tutti di Segrate». Uno stato d’animo, quello di Tiziana, che ha trovato terreno fertile a giudicare dalle reazioni social – anche all’ultimo post del sindaco dedicato al Villaggio Ambrosiano,  che ha raccolto diverse “repliche” che lo sollecitano a spostare lo sguardo anche sulle altre frazioni tra cui appunto Redecesio – e dalle tante sottoscrizioni online. «Ho deciso di scrivere su Facebook e non pensavo di ricevere così tanti commenti tra i quali nessuno negativo, la riprova l’ho avuta poi anche dal vivo».

Una percezione, quella di un’attenzione insufficiente verso la frazione, acuita dai festeggiamenti a Milano2 per l’acquisizione del Golfo agricolo. «È una bella notizia che la città abbia un nuovo parco pubblico, ma in cambio della costruzione di un data center a Redecesio sull’ex Cise – dice la residente – si tratta di una novità di cui vorremmo conoscere gli impatti futuri, e prima di pensare a nuovi parchi sarebbe bene valorizzare gli spazi esistenti». Appunti da tenere in considerazione per la giunta, che aveva annunciato un incontro pubblico a Redecesio proprio per parlare dei progetti di riqualificazione in rampa di lancio nel quartiere.

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Federico Viganò
Laureato in comunicazione alla Statale di Milano e giornalista dal 2007, ho scritto e fatto “cucina redazionale” per periodici locali e nazionali. Sono appassionato di informazione locale, editing, grafica e ciclismo su strada, anche se vado più veloce sulla tastiera che sui pedali. Ho ideato e dirigo il Giornale di Segrate.

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