Venerdì 13 dicembre al Verdi uno spettacolo interattivo: quiz, video e pedagogisti dedicato ai genitori del calcio giovanile.
Un unicum sul territorio nazionale, una vera e propria scuola per educare i genitori dei piccoli calciatori. Il progetto di Alessandro Crisafulli, nato nel 2023, fa tappa a Segrate venerdì 13 dicembre, quando alle 20.45, nell’auditorium del Centro Verdi, si terrà l’incontro “Mamme e papà da serie A!”. A coinvolgere l’ex responsabile della comunicazione, ruolo che Crisafulli ha ricoperto per due anni, proprio il Città di Segrate.
L’idea è quella di responsabilizzare chi segue i bimbi e i ragazzi sugli spalti, ma anche loro saranno protagonisti. «È quasi uno spettacolo teatrale – spiega il giornalista e manager sportivo (nella foto) – un pièce interattiva che presenta le undici tipologie di “genitori antisportivi”. Ma ci saranno quiz, video virali, interventi di pedagogisti». Un copione completo, insomma, al quale seguirà un dibattito che coinvolgerà tutti in una riflessione che vuole affrontare un tema che si è fatto urgente. «La situazione sta sempre più degenerando – sostiene Crisafulli – e ho deciso di creare questo format perché dei genitori nessuno si è mai occupato. E siamo già in ritardo, perché anche loro vanno formati. Il calcio, se ben proposto, è una delle migliori leve educative per le nuove generazioni. Ma c’è quel “se” che è grande come una casa».
Per questo ha scelto di investire su un progetto di questo tipo, sulla “Scuola genitori sportivi”. «Siamo alla seconda stagione – racconta – e ormai abbiamo raggiunto oltre 600 genitori di dodici regioni italiane. Per Comuni, Coni e Figc abbiamo creato percorsi più lunghi e articolati. Dopo essere stato per anni responsabile di settori giovanili, in particolare in Brianza, e aver promosso camp estivi e corsi di formazione per allenatori ho pensato fosse il momento di spostare lo sguardo sui genitori». L’obiettivo è quello di favorire la creazione di un clima diverso da quello che troppo spesso si respira sugli spalti, anche quando in campo scendono i più piccoli. E Crisafulli, che già più volte ha avuto modo di presentare l’iniziativa creata insieme all’associazione DivertiSport su svariate emittenti televisive, ha anche coniato una sorta di claim. “Il calcio giovanile è un sistema risultatocentrico, che si nutre e alimenta adulti risultatopatici”. «Da lì parte tutto – argomenta lui – da un approccio votato solo all’esito della partita. I comportamenti devianti che analizziamo nei nostri incontri sono il frutto di questo modo di vivere il calcio dei bimbi e dei ragazzi.
E il preoccupante fenomeno del dropout (l’abbandono del football da parte dei calciatori in erba, ndr) affonda lì le proprie radici». Tra il 2009 e il 2019, in media il 55% dei ragazzi tra i 10 e i 16 anni ha smesso di giocare, con punte annue del 65%. Dati emblematici. C’è uno scenario da cambiare, un mondo da rivoluzionare, una prospettiva da modificare.
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