L’autrice segratese Antonella Forte torna a raccontare le persecuzioni delle “sorelle” di Triora nel 1500. «Torturate e uccise perché erano donne forti e libere, la loro storia ancora attuale»
“Tremate, tremate… le streghe sono tornate!”. Sono loro, ancora una volta, le protagoniste dell’ultimo libro della segratese Antonella Forte, “Le sorelle della notte” (Edizioni Piemme) che sarà presentato al Centro Verdi giovedì 30 gennaio, alle 18.30. Ispirandosi a fatti storici realmente accaduti, l’autrice, al suo secondo romanzo dedicato alla vicenda, racconta la storia di Franchetta Borrelli e di tutte le donne che nel 1500, a Triora, in Liguria, furono vittime di una persecuzione feroce e capillare con la “colpa” di tramandare, da generazioni, la conoscenza delle erbe e di vivere in armonia con la natura. Bollate come streghe, le Sorelle, così si chiamavano tra di loro, sono state processate, torturate, in alcuni casi uccise dall’Inquisizione.
Una storia di ignoranza e crudeltà alla quale le donne si opposero con coraggio e solidale resistenza. Una vicenda del passato, risalente a secoli fa, ma che sembra riecheggiare in tanti episodi di oggi. «Mi ha subito rapito la storia di Franchetta Borrelli – spiega Antonella Forte – perché l’ho sentita fortemente attuale. Sono ancora tanti, troppi, i casi di vessazioni, violenze, sopraffazione delle donne, anche nel nostro contesto sociale».
In questo clima di diffidenza e violenza il libro indica però una via d’uscita, quale?
«Sì, la sorellanza, la solidarietà tra donne. Se c’è un modo per uscire dal tunnel della sopraffazione è l’aiutarsi tra chi può capire ed empatizzare con il mio dolore. Credo molto nei rapporti di amicizia profonda tra “sorelle” che ti permettono di resistere».
Chi sono oggi le “streghe”?
«Sono sempre state le donne fuori dagli schemi, indipendenti, che cercano l’essenza e non l’apparenza. Donne che non hanno paura del giudizio. Donne scomode».
Lei si sente così?
«A un certo punto della mia vita ho deciso di cambiare: ho lasciato il lavoro, ho iniziato a praticare yoga, vivo in simbiosi con la natura. Sì, mi sento molto vicina alle mie “sorelle”».
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