Non piace ai commercianti la novità delle strisce blu in arrivo sulla Strada di Spina di Milano2. Come deliberato in giunta il 12 settembre, i parcheggi che si trovano davanti alla Posta, ora a disco orario, diventeranno infatti a pagamento. In tutto si tratta di 36 posti auto, nel tratto tra Fontanile, Seminario e Botteghe. Una zona che si trova proprio in mezzo ai due portici più animati di tutto il quartiere per la presenza di negozi e attività. Negozi e attività che ora lanciano un grido di allarme. «Siamo preoccupati e amareggiati da questa scelta – lamenta Simone Siniscalchi, titolare del salone di parrucchiere Jean Louis David alla Residenza Botteghe – che sicuramente penalizza tutti i commercianti perché disincentiva il cliente a fermarsi». «Chi si fermerebbe a far la spesa dovendo pagare 1 o 2 euro? – gli fa eco Marco Tosini dell’omonima panetteria – È avvilente vedere come poco vengano tutelati i commercianti… Invece di lamentarsi quando chiudono i negozi, bisognerebbe pensare a difenderli e incentivarli per farli restare aperti!». Al coro dei commercianti si unisce anche la giovane Qing Wen, per tutti Chiara, titolare del Bar Cigno: «Non è giusto – commenta scuotendo la testa – così perderemo clienti».
L’Assessore Luca Stanca, interpellato sul tema, ha dichiarato che la scelta si è resa necessaria per aggiustare la distribuzione dei parcheggi in seguito a difficoltà riscontrate dai residenti dell’area nord-est del quartiere. Infatti, contemporaneamente alla creazione dei nuovi parcheggi a pagamento sulla Strada di Spina, verranno resi liberi quelli sulla strada che conduce allo Sporting. «In generale migliorerà la situazione per i residenti – ha commentato – anche perché sulle nuove strisce blu potranno comunque parcheggiare a disco orario per 90 minuti tutti i residenti di Milano2». Secondo i commercianti però il problema riguarderà i clienti non residenti «che per noi rappresentano il 50% della nostra clientela – spiega Marco Tosini – e non arrivano tutti a piedi…». «Noi stiamo già pensando di rimborsare chi viene da noi – dice Simone Siniscalchi – con un buono spendibile la volta successiva. Cercheremo insomma una soluzione per venire incontro ai nostri clienti, ma è tutto sulle nostre spalle… Certo non è questo il modo di sostenere il commercio».
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