Riforma sanitaria, Segrate candidata per ospitare una Casa della comunità

Casa di Comunità di SegrateIl Poliambulatorio Ats di via Amendola (ex Asl)

Ha preso ufficialmente il via la Fase 1 della riforma sanitaria lombarda. E Segrate sta alla finestra, candidandosi per ospitare una delle Case della comunità che saranno il fulcro della nuova organizzazione territoriale. Lo scorso 11 ottobre Palazzo Lombardia ha varato la delibera con gli indirizzi che, come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), disegnano la mappa della nuova rete di assistenza di prossimità, che sancisce la futura presenza sul territorio di 203 Case della comunità (1 ogni 50.000 abitanti), 60 Ospedali di comunità (1 ogni 150.000 abitanti) e 101 Centrali operative territoriali (1 ogni 100.000 abitanti) per potenziare la risposta sanitaria al fianco delle grandi strutture ospedaliere.

Il provvedimento della giunta Fontana ha dato il via libera, in questa prima fase, esclusivamente agli interventi sugli edifici di proprietà del Sistema sanitario regionale: si tratta di 115 Case della Comunità e 53 Ospedali di Comunità. Per essi le Ats dovranno far pervenire entro il 1° dicembre i progetti di fattibilità tecnico-economica che saranno approvati entro il 31 dicembre. Si passerà poi alla graduale attivazione di questi ambiti: almeno due Case della Comunità e un Ospedale di Comunità entro il 31 dicembre 2022 (la più vicina a Segrate sarà presso il Polo sanitario Don Maggioni di Pioltello, già selezionato in questa prima fase).

Dopo l’individuazione di queste strutture, si passerà poi alla Fase 2: nelle zone prive di edifici idonei di proprietà regionale, le varie Ats dovranno individuare immobili di proprietà degli enti locali adatti a svolgere le nuove funzioni previste dal PNRR. E qui entra in gioco Segrate. L’amministrazione comunale ha infatti proposto l’edificio della cosiddetta ex Asl di Rovagnasco, in via Amendola (oggi sede di un poliambulatorio della Asst Melegnano Martesana) per ospitare una Casa della comunità. «Stiamo lavorando da alcuni mesi al progetto insieme con il Comune di Vimodrone – conferma Barbara Bianco, assessore alla Salute – abbiamo deciso di collaborare presentando una proposta comune per il nostro ambito di riferimento, sono già stati fatti dei sopralluoghi e la struttura di via Amendola, che ha una superficie adatta alle richieste di Regione, circa 2mila mq, necessita di limitati interventi per adattarla ai servizi previsti che saranno suddivisi su questa sede e una più piccola a Vimodrone, già collegate con il trasporto pubblico tramite la linea 927». 

Barbara Bianco, assessore alla Salute del Comune di Segrate

Ma che cosa troveranno i cittadini in queste strutture? Le Case della comunità – suddivise tra “hub”, aperti 24 ore, e “spoke”, attivi sulle 12 ore – sono pensate come punti di riferimento sul territorio per i servizi sanitari e sociali, anche per alleggerire la pressione sugli ospedali e in particolare sui pronto soccorso andati in tilt durante l’emergenza Covid. All’interno è prevista la presenza di équipe multiprofessionali (medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti), infermieri e altre figure sanitarie e socio-sanitarie, servizi ambulatoriali per patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, ecc.), servizi infermieristici inclusa l’attività dell’infermiere di famiglia e comunità (IFeC) e quella di continuità assistenziale per la gestione integrata delle patologie croniche, programmi di screening, un sistema integrato di prenotazione collegato al Cup. Ma non solo, dato che le Cdc dovrebbero anche ospitare le attività dei servizi sociali comunali in un’ottica di integrazione dei vari servizi e ottimizzazione delle risorse. Gli Ospedali di comunità sono invece strutture intermedie tra ospedali e servizi territoriali destinati a ricoveri brevi a bassa intensità clinica, dotati fino a un massimo di 40 posti letto.

Se è però chiara la mappa dei futuri presidi, non è altrettanto definito l’aspetto gestionale. A partire dal ruolo dei camici bianchi. «Mi sto confrontando da tempo con i 34 medici di famiglia segratesi – spiega Bianco – l’obiettivo è quello di garantire la continuità assistenziale, ma è bene rassicurare i pazienti sul fatto che non è previsto che i dottori lascino i propri studi per spostarsi nelle nuove strutture: si ragiona in termini di rete, con turni tra i medici o magari attirando giovani professionisti in un territorio che ne vive oggi la carenza». La strada per la “rivoluzione” è quindi tracciata, anche se molto resta da definire e i tempi non sembrano stretti. «Il tempo di realizzazione è di 26-32 mesi – ammette l’assessore Bianco – ma non vogliamo che l’attuale Asst di Rovagnasco resti nelle condizioni odierne e lavoriamo per un potenziamento immediato dei servizi in questa fase di ripresa post pandemia».

Be the first to comment on "Riforma sanitaria, Segrate candidata per ospitare una Casa della comunità"

Rispondi