«Per organizzarla si doveva partire a gennaio, ma il Covid ha frenato tutto», dice il presidente del comitato organizzatore Paolo Melchior. Ma assicura: «La tradizione non è a rischio»
Un altro anno senza la Festa di San Vittore, un altro anno con una voragine nel mezzo. Niente fuochi d’artificio e musica, niente bancarelle e leccornie assortite nell’aia di Cascina Sirtori a Rovagnasco. L’associazione “Il Quartiere” e i volontari protagonisti della festa più amata dai segratesi hanno alzato bandiera bianca anche per questo 2022, dopo che la pandemia aveva cancellato le ultime due edizioni e ci si era quindi fermati alla 42esima. E c’è sempre il Covid alla base di quest’ultima rinuncia, come spiega il presidente Paolo Melchior.
«Per organizzare la Festa servono mesi di lavoro – dice – e di solito ci attiviamo a inizio anno, anche perché siamo tutti volontari che possono impegnarsi nei weekend. Ricorderete quale fosse la situazione epidemiologica a gennaio, con tantissimi segratesi in quarantena. L’evento è molto popolare in città, la location ristretta portava con sé il rischio concreto di dar vita ad assembramenti inopportuni». Già a febbraio, però, la strada verso la normalità era tracciata: si parlava di un allentamento delle restrizioni, di una svolta che in effetti è arrivata. In virtù di questa nuova realtà, molte delle sagre tradizionali di altre città si sono tenute o si terranno, al contrario di quanto accaduto per la Festa di San Vittore. «Alle perplessità di inizio anno – rivela Melchior – si aggiunge la peculiarità organizzativa del nostro evento, che viene ospitato dalla famiglia Sirtori e che proprio per la natura privata dello scenario deve essere deciso con anticipo e non si può improvvisare».
Fatto sta che il terzo anno senza Festa di San Vittore ha colto alla sprovvista molti segratesi, che ora con amarezza si chiedono se la tradizione cittadina avrà o meno un futuro. A rassicurarli ci pensa lo stesso Melchior, che annuncia di aver già contattato persone per sondare la disponibilità rispetto al prossimo anno. «Non credo ci sia il rischio di un addio – sostiene il presidente dell’associazione “Il Quartiere” – finché ci sarò io l’intenzione è quella di proseguire. Questo mese ci confronteremo per capire come muoverci, ma vogliamo recuperare il tempo perduto e organizzare una grande Festa di San Vittore per il 2023. Siamo in pochi, inutile negarlo, ma di solito c’è sempre chi si aggrega durante il percorso e le porte sono aperte a chi vuole dare una mano. L’età media dei volontari è piuttosto alta, come già ribadito in più di un’occasione siamo in cerca di nuove leve che garantiscano una sorta di ricambio generazionale». La voglia di fare resta intatta, insomma, come quella di tornare a vivere quella tradizione che il Covid ha sospeso, congelato.
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