Aumenta il prezzo dei biglietti Atm: via ai rincari il 9 gennaio

Un autobus della Linea 925 Atm a Segrate. Per usufruire dei mezzi pubblici sempre più difficile trovare i biglietti cartacei

Adeguamento Istat per i ticket singoli, giornalieri e settimanali mentre restano invariati i costi degli abbonamenti, anche per la zona tariffaria di Segrate, e le agevolazioni previste. Il titolo di viaggio ordinario costerà 2,20 euro

Novità per gli utenti dei trasporti pubblici milanesi dopo le feste. Scatterà il 9 gennaio, solo su biglietti singoli e titoli occasionali e settimanali, un rincaro dei prezzi: si tratta dell’adeguamento Istat per il trasporto pubblico locale già rinviato lo scorso agosto, che non inciderà però – ha rassicurato Palazzo Marino – né sul costo degli abbonamenti mensili e annuali, né sulle agevolazioni previste dal Comune di Milano.

Il biglietto ordinario aumenta a 2,20 euro

Più in dettaglio il biglietto ordinario Atm (ovvero Mi1 – Mi3, valido per viaggiare a Milano e in tutti i Comuni compresi nella zona tariffaria Mi3, inclusa Segrate) passerà da 2 a 2,20 euro; il carnet dieci corse da 18 euro a 19,50 euro; il giornaliero da 7 a 7,60 euro; il biglietto valido per tre giorni da 12 a 13 euro. I biglietti acquistati con la vecchia tariffa saranno validi per 60 giorni dopo l’entrata in vigore dell’adeguamento tariffario, quindi fino al 10 marzo 2023.

Nessuna variazione per gli abbonamenti

Non subiranno alcuna variazione i prezzi degli abbonamenti, anche per la zona tariffaria Mi1-Mi3 che include Segrate: l’abbonamento mensile continuerà a costare 50 euro, quello annuale 460 euro. Nessuna variazione anche per le agevolazioni previste per under26, over65 e soglia Isee.

L’assessore Censi: «Manovra tariffaria non era più rimandabile»

L’aumento dei titoli di viaggio occasionali e settimanali è stato deliberato dall’Agenzia di Bacino lo scorso 26 agosto, ma l’Amministrazione comunale di Milano ha deciso di non procedere all’adeguamento tariffario fino alla fine del 2022, compensando con fondi propri le perdite del sistema. «L’adozione di questo provvedimento – spiega Arianna Censi, assessora alla Mobilità – ha comportato per il Comune un notevole sforzo per il reperimento di risorse straordinarie. Purtroppo la manovra tariffaria non è più rimandabile, soprattutto per il costante impegno economico profuso per la realizzazione di nuove linee metropolitane, a fronte del quale non interviene un adeguato incremento di risorse da parte dei trasferimenti regionali”.

Minori introiti dai trasferimenti

“Nel corso degli ultimi dodici anni il numero dei chilometri di servizio di trasporto pubblico è aumentato notevolmente, ma nello stesso periodo i fondi nazionali erogati dalla Regione Lombardia sono diminuiti – si legge in una nota di Palazzo Marino – si è passati da 287,5 milioni di contributi nel 2011, quando ancora non erano stati realizzati i prolungamenti della M3 da Maciachini a Comasina (+ 3,9 km), della M2 da Famagosta ad Assago (+ 4,8 km) e non erano ancora in servizio la M5 (+ 12,6 km) e la M4 (+ 5,4 km) – agli attuali 262,7 milioni. Si tratta di 24 milioni e 800mila euro in meno, a fronte di quasi 27 km in più di solo trasporto sotterraneo. Le proiezioni prevedono che nel 2024, quando sarà terminata la M4 con i suoi 15 km, le risorse destinate al Comune di Milano diminuiranno ancora arrivando a 260,3 milioni”.

“È assolutamente necessario rivedere la ripartizione del Fondo Nazione dei Trasporti – ha commentato l’assessora Censi – perché non è equo e non sostiene, anzi penalizza, chi continua a fare investimenti sul miglioramento delle linee. Certamente non avremmo voluto procedere con l’adeguamento, ma al nostro appello non hanno risposto né la Regione Lombardia né il Governo. Siamo coscienti delle difficoltà derivate dalla crisi economica e per questo abbiamo scelto di non caricare il sovrapprezzo derivato dall’aumento Istat sugli abbonamenti, così da tutelare chi sceglie quotidianamente i mezzi pubblici. Per il futuro chiediamo al nuovo ministro dei Trasporti che si possa riaprire subito un dibattito sulla riprogrammazione delle risorse in base ai chilometri di trasporto pubblico erogati”.

Confronto con le altre città europee

“Se si analizza la situazione del costo del biglietto del trasporto pubblico in Europa, Milano risulta tra le città con le tariffe più basse – prosegue il comunicato del Comune di Milano – al di sotto dei 2 euro c’è solo Lione, che ha quattro linee metropolitane, il biglietto a 1 euro e 90 centesimi e i bambini viaggiano gratis fino ai 4 anni (non fino ai 14 come a Milano). Costano però di più gli abbonamenti: 66 euro quello mensile e 730 euro quello annuale. Il biglietto a Vienna, che ha come Milano cinque linee di metropolitana, costa 2,4 euro e vale solo per il singolo viaggio (e non per 90 minuti), mentre l’abbonamento mensile arriva a 51 euro. In questo caso i bambini viaggiano gratis fino ai 6 anni. A Barcellona, che può contare su 12 linee di metropolitana, il biglietto costa 2,4 euro e vale una sola corsa, mentre i bambini sopra i 4 anni pagano. A Berlino, con 9 linee, i bambini pagano a partire dai 7 anni e il biglietto è di 3 euro, con un costo dell’abbonamento annuale più del doppio di quello milanese: 761 euro. Ad Amburgo e a Monaco, la prima con quattro linee di metropolitana e la seconda con sei linee, il biglietto singolo costa 3,5 euro e gli abbonamenti annuali vanno dai 548 euro per la prima a 709 per la seconda. A Londra, con 12 linee di metropolitana, il biglietto singolo costa 5,6 euro, l’abbonamento mensile 169 euro e l’annuale 1.750, più di cinque volte rispetto a quello milanese”.

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