Nel “salotto” di Ezio Guaitamacchi, alla Residenza Archi, sono passati tanti big della musica
Una “Ultima Cena” pagana, con le leggende del rock al posto dei discepoli, non passa inosservata quando si cammina sotto i portici della Residenza Archi a Milano2. Campeggia insieme ad altri ritratti di musicisti, poster, riproduzioni di strumenti musicali e vinili su una serie di vetrine da cui però non si intravede assolutamente nulla. Vetrine colorate, attraenti, ma allo stesso tempo misteriose, enigmatiche: “chissà che cosa che ci sarà lì dentro?”, è la domanda che molti si fanno passandoci davanti. Il Giornale di Segrate ha… bussato a quella porta e scoperto che “lì dentro” c’è proprio un altro mondo, dove tutto parla – e suona – rock.
Lo studio-museo del guru Ezio Guaitamacchi
Padrone di casa, anima di questo “universo parallelo” è Ezio Guaitamacchi, un vero guru in campo musicale (basti guardare alla voce su Wikipedia). Giornalista, autore di innumerevoli libri sulla storia della musica rock, conduttore radiofonico, autore di programmi tv, oggi dirige Jam Tv, collabora con diverse radio e produce documentari. E ovviamente suona. Ci accoglie con i suoi due cagnolini: «Lei è Joni, come la mia cantautrice preferita Joni Mitchell – ce li presenta – e lui è Taylor, da James Taylor». Ci accomodiamo su una sedia che ha la spalliera a forma di…. John Lennon, davanti a noi un tavolo giallo a forma – nemmeno a dirlo – di sottomarino. Intorno una miriade di oggetti, dischi, libri, strumenti che farebbero la felicità di qualsiasi appassionato di musica. «Ho una collezione di oltre 40mila CD, 5mila vinili e 2mila libri – snocciola Ezio – e tanti strumenti e memorabilia del rock». Una sorta di “museo”, per nulla statico o polveroso, ma dove ogni giorno la musica vive. «Qui c’è la sede di Jam Tv – spiega – dove realizziamo dirette e interviste ai protagonisti della musica. Il 21 novembre ad esempio abbiamo intervistato Manuel Agnelli, il 28 abbiamo dedicato una puntata alla memoria di Giorgio Gaber».
In questo “salotto” informale e colorato di Milano2 sono passati grandi artisti, soprattutto negli anni pre-pandemia, prima cioè che molti degli incontri diventassero online, a distanza. «Abbiamo proposto per diverso tempo il format “Una giornata con” – racconta – in cui organizzavamo appunto una giornata con un artista e un gruppo di suoi super-fan». E così sotto questi portici sono passati Roberto Vecchioni, Angelo Branduardi o Paola Turci: pochi passi per Milano2 prima di aprire la porta e tuffarsi nell’universo di Guaitamacchi. Che di Milano2 in realtà sa poco, anche se ci vive da oltre 40 anni. «Abito qui dal 1980 ma in realtà frequento poco il quartiere, giusto per far passeggiare i miei cagnolini. Il mio lavoro mi porta sempre a contatto con le persone – spiega – ma sono un po’ solitario, mi piace stare nel mio spazio, con la mia musica». Ci racconta del suo matrimonio alle Hawaii dove, anche lì, non volle nessun invitato, solo loro due su una spiaggia al tramonto. «No people around us», spiega sorridendo in perfetto inglese, la sua seconda lingua dopo una vita passata tra Italia, Regno Unito e Stati Uniti sulle tracce dei suoi miti musicali. Giganti della musica di cui conosce e ha raccontato vita e morte. Proprio sulle spesso tragiche e misteriose fini di tanti musicisti ha scritto libri e prodotto trasmissioni televisive, come “Deliti rock”, andata in onda su Rai2, con la conduzione di Massimo Ghini. E ora? In cantiere ci sono tanti progetti, idee, su tutti un sogno: «Mi piacerebbe creare l’equivalente della Casa del Jazz di Roma per la musica rock. Una “House of Rock” che sia spazio espositivo per tutto il materiale da me raccolto e per tanto altro che arriverebbe dal più grande collezionista di memorabilia, ma che sia anche luogo dove organizzare concerti ed eventi». Un luogo-culto che potrebbe sorgere a Milano, o a Segrate. «Perché no?».
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