25 Aprile a Segrate, Anpi prepara il corteo: «La Festa della Liberazione è di tutti»

Anpi Segrate al corteo per il 25 Aprile nel 2022

Appuntamento alle 9.30 al cimitero comunale, poi il percorso in centro per arrivare in piazza San Francesco. Il presidente dell’associazione partigiani locale Dario Giove: «È necessario opporsi ai maldesti tentativi di revisionismo storico»

Un 25 Aprile a Segrate denso di quella sostanza della quale è composto: la Memoria. Un 25 Aprile ai tempi del governo più… destrorso di cui si abbia memoria. Segrate si appresta a viverlo in corteo, almeno così farà l’Anpi, con Micheli e sodali politici ad aspettare in piazza. Ritrovo alle 9.30 al cimitero comunale, ma chi vorrà potrà anticipare di un’ora e rendere omaggio a Giorgio Visintin, “Tempesta” per i partigiani, davanti al murale in via Amendola. L’Anpi e il Baraonda, ma anche un pezzo di quel movimento che ha dato vista alla marcia della Pace di qualche settima fa. E poi gli Alpini. Un percorso che si snoderà tra le strade del centro, da via Grandi a via Roma, passando per via Gramsci. «Insieme per una festa di popolo, com’è giusto che sia», dice il presidente di Anpi Segrate, Dario Giove.

Un mese della Liberazione molto intenso, dalla visita al Binario 21 del 25 marzo al corteo che lo chiuderà.

«È in corso un tentativo di revisionismo storico al quale è necessario opporsi. Dalle Fosse Ardeatine a via Rasella, si raccontano versioni inaccettabili. A morire furono antifascisti. Nei prossimi due lunedì noi saremo al mercato di via De Amicis e distribuiremo un volantino invitando tutti a partecipare al corteo. Perché la Resistenza non ammette distinguo, dalla Resistenza è nata la Costituzione sulla quale ogni uomo dello Stato deve giurare: o ci sei o non ci sei, è ora di sciogliere i dubbi».

A destra, il presidente della sezione cittadina Dario Giove insieme con il presidente onorario Fernando Cristofori (a sinistra) e, al centro, Arnolfo Merlini, “memoria” segratese della Liberazione

Eppure questa data che dovrebbe unire ha spesso diviso gli italiani.

«Sono d’accordo con chi dice che la Festa della Liberazione non è solo dell’Anpi, è di tutti. Noi speriamo sia possibile omaggiare ancora il nostro Arnolfo Merlini in piazza, ricorderemo chi ci ha lasciati in quest’anno, a partire da Andrea Micheli. Le differenze sono tante, l’Anpi peraltro non si sottrae sui temi della salute, del lavoro, della pace. Ma il 25 Aprile unisce, l’Italia trarrebbe vantaggio dal confronto e invece, anche qui a Segrate, c’è chi lo rifiuta ed esce dall’aula consiliare quando si affronta il tema del pestaggio degli studenti a Firenze. Il dna dell’Italia è la Resistenza, lo dice la Costituzione. Per questo inviterò ufficialmente i partiti del Centrodestra a venire in piazza».

Il clima che si sta creando un po’ spaventa. Qual è la strada per evitare che degeneri?

«Dobbiamo tramandare la Memoria, che qui a Segrate parte da Merlini e arriva ai giovani d’oggi che hanno a che fare con povertà e mancanza di inclusione, passando per la mia generazione e gli anni Settanta. Il termine “fascismo” è usato con troppa leggerezza, ma il revisionismo storico è pericoloso, perché la Memoria è poco diffusa. Per questo come Anpi lanceremo l’idea di un anno di cultura a Segrate, che vuol dire dibattito. Ricorre il centenario dell’omicidio Matteotti, sarebbe giusto che l’amministrazione organizzasse qualche iniziativa. Ma vado oltre: c’è il tema annoso delle Foibe. Credo che sarebbe giusto affrontarlo, attingendo alle risorse universitarie, con eventi nei quali degli storici facessero chiarezza, per andare oltre gli stereotipi. La mostra di Tarticchio al Verdi avrebbe potuto inserirsi in questo percorso. Serve attenzione alla Cultura, per evitare scontri già vissuti. L’amministrazione comunale può e deve fare di più».

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