Dal 1936 è gestito dall’azienda dei trasporti: imbarcadero, cabine, ristorazione ed eventi, ma da anni è chiuso al pubblico. Un pezzo di storia può cambiare proprietà: la “ricerca” di Atm ha prodotto dei riscontri che sono ora al vaglio
Il laghetto di Redecesio è in vendita. E c’è chi è interessato, con Atm che sta valutando le manifestazioni di interesse raccolte con una chiamata pubblica conclusasi il 6 novembre scorso. Non filtra altro da Foro Bonaparte, se non la conferma che l’area, a fronte di offerte congrue, verrà ceduta. Al momento è in capo a Fondazione Atm, che la gestisce garantendone l’accesso ai propri beneficiari e ai dipendenti dell’azienda del trasporto pubblico milanese. Area di pesca soprattutto, perché ormai dei tanti servizi offerti nei decenni passati resta poco o nulla.
Da anni ormai quel pezzo di Redecesio è un angolo nascosto, dopo essere stato il grande protagonista della vita del quartiere. Fin dal 1936, l’anno nel quale venne dato in concessione ad Atm, che ne fece il proprio circolo aziendale con bar, ristorante e bocciofila annessa. Subito dopo il laghetto fu addirittura ampliato e tra il 1937 e il 1938 passò da110mila metri quadri di superficie a 150mila. Vennero predisposti un imbarcadero e delle cabine, trasformando la spiaggia in un vero e proprio lido. Aprì un reparto zootecnico e nel lago vennero liberate circa 20mila anguille. Poi fu la guerra, con le bombe che piovvero anche lì, vista la vicinanza della ferrovia. Danni e decadenza, fino al 1958 quando iniziarono i lavori per il ripristino.
E da lì sono storie che qualcuno ancora racconta, con le famiglie che sulle sponde di quel laghetto hanno trascorso domeniche in serie; con l’area adiacente utilizzata per concerti che hanno lasciato il segno. Soprattutto in quel luglio 1982: prima i Police, poi Frank Zappa, che quel concerto citò, per così dire, sulla celeberrima copertina di “The man from Utopia”. Lui che scaccia zanzare a sciami, perché in effetti i ricordi di quel 7 luglio sono funestati dai famelici insetti che aggredirono la platea. Ma è storia anche questa, pruriti compresi.
Per tanti altri anni il laghetto fu un po’ di tutti, nonostante fosse e sia di Fondazione Atm. Poi le cose cambiarono e quel posto divenne altro, lontano, per pochi. Nel 2015, scrivendo il programma elettorale, la coalizione che portò Micheli in via 1° Maggio mise a referto la volontà di rispolverare la fruizione pubblica dell’area; nel 2020, per il secondo mandato, si spinse a promettere di “riaprire le porte del laghetto di Redecesio”. A parte gli spifferi di trattative avviate, ad oggi quelle paiono missioni fallite. La situazione al momento è quella formalmente comunicata da Atm: manifestazione d’interesse chiusa con alcuni riscontri positivi, fascicoli sul tavolo per le doverose valutazioni in vista di una vendita che i vertici dell’azienda considerano la soluzione migliore. Redecesio intanto sfoglia l’album dei ricordi, trovandoci istantanee che sono veri e propri scatti di nostalgia.
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