L’attaccante e capitano del Città di Segrate è il bomber della Prima Categoria con 16 gol. L’anno in Serie D e la sua crescita: «Lì ho imparato a dare il 100% anche negli allenamenti»
Sedici gol in tredici partite, miglior cannoniere di tutti i dodici gironi della Prima categoria. Tripletta all’esordio e una continuità eccezionale. Una media da cecchino infallibile, una stagione finora scintillante a dir poco. Christian Bozzoli è il volto da copertina di un Città che non vuole porsi limiti. È il capitano, del resto. Lui che da qui è partito e qui è tornato; lui che ha una missione, non un obiettivo. «Sono rimasto esclusivamente per vincere il campionato, a chi di dovere l’ho detto ancor prima del mercato estivo».
Però il Città è cambiato in quel frangente. Quanto ha contato per te e per la squadra?
«La società ha fatto un gran mercato, non tanto e non solo per la qualità dei nuovi arrivi. C’è uno staff preparatissimo: a seguirci negli allenamenti ci sono il mister, il preparatore atletico e altre sei o sette persone. Questo è uno stimolo incredibile».
Poi c’è uno spogliatoio del quale tu sei il leader, la memoria storica, il capitano.
«Sono un capitano che parla il giusto, ma lascia spazio a tutti per esprimere il proprio punto di vista. Ma se c’è da trascinare la squadra sul campo, non mi tiro mai indietro».
Una vita a Segrate, ma anche una stagione in serie D. Quanto ha inciso sulla tua crescita?
«Dopo due anni straordinari con la Juniores, ho provato il salto di categoria. Un anno bellissimo ma anche difficilissimo, per la differenza di ritmo, motivazioni, ambiente. Alla Tritium però ho imparato ad allenarmi come fosse una partita e ad andare a 200 all’ora ogni domenica».
Torniamo ad oggi. Qual è il tuo gol dell’anno?
«Molti dicono che i campionati si vincono a marzo, per me invece è fondamentale partire bene. Ecco perché il mio primo gol al Fatimatraccia all’esordio (fu tripletta per lui, ndr) è il più importante. Senza probabilmente non avremmo vinto su quel campo così complicato e in un momento nel quale stavamo cercando un nuovo amalgama di squadra».
Il 15 dicembre c’è la sfida con la Scarioni capolista: è decisiva?
«Deve essere la gara della consapevolezza. È fondamentale, anche giocarla in un certo modo, può contare molto al netto del risultato».
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