Scuole, boom di quarantene: centinaia di studenti in Dad

Per molti bambini la scuola è "a distanza". Alla primaria viene attivata se ci sono due casi positivi in classe

Tra positivi e protocolli diversificati, i dirigenti sono travolti dal picco della quarta ondata. Genitori confusi tra nuove norme e burocrazia

Sono decine, soprattutto nelle scuole primarie, le classi a casa, in Dad. Il Covid colpisce duro ovunque, la scuola non solo non è risparmiata ma forse è il fronte più vulnerabile. Ma c’è la voglia di fare di tutto per tutelarla, per gestire il boom di contagi iniziato prima di Natale e garantire il maggior grado possibile di normalità.

SCHWEITZER: “TRAVOLTI DALLA MOLE DI DATI DA GESTIRE”

«Siamo in una grave e oggettiva difficoltà», ammette il dirigente dell’Istituto Comprensivo Schweitzer di Segrate Alfredo Scaccianoce. Arrivato da pochi mesi alla guida del più “popoloso” istituto comprensivo segratese che include materne, elementari e medie, si è subito trovato a dover governare lo tsunami della quarta ondata. Non c’è ansia nelle sue parole, né agitazione, ma la fatica di una ripresa in salita si sente tutta. «Stiamo gestendo la situazione – assicura il preside – ma i casi sono tantissimi e ogni giorno dobbiamo far fronte a un’enorme mole di dati. Appena arriva la comunicazione di un caso positivo occorre ricostruire le presenze in classe, inserire i dati nel portale di ATS, che spesso presenta delle difficoltà. E poi dobbiamo mandare comunicazioni alle famiglie. Tutto questo velocemente, anche in orari extra-scolastici e per di più in una situazione estremamente fluida, in cui magari comunichiamo che c’è un caso di positività e poi dopo poche ore i casi diventano 4 o 5 e cambia tutta la procedura».

Al 20 gennaio, secondo i dati fornitici dal dirigente, le classi in quarantena nell’Istituto erano 9, alle quali però ne vanno aggiunte 11 della primaria in testing (in cui cioè tutti gli alunni si stanno sottoponendo al tampone dopo la scoperta di un caso positivo) e 9 della secondaria in auto-sorveglianza con uno o due casi (dove dunque potrebbero scattare altre quarantene se si arrivasse a tre positività). Una situazione insomma in continua evoluzione, ma in prevedibile espansione.

SABIN: “CHIEDIAMO LA COLLABORAZIONE DEI GENITORI”

Stessa situazione anche all’Istituto comprensivo Sabin. Alla primaria Rodari, stando al “bollettino” del 22 gennaio, le classi in quarantena erano 11 e altre 4 in testing, i tre quarti delle  classi totali. Nella settimana scorsa nessuna classe risultava in Dad alle medie, mentre nella scuola dell’infanzia ce ne erano 3 in quarantena, una per plesso. «La situazione è molto complessa», certifica la dirigente Elisabetta Trisolini, che conferma le acrobazie gestionali e burocratiche per le procedure da seguire in caso di alunno positivo e aggiunge anche altre criticità, legate ad esempio alla mancanza di personale. «Dobbiamo far fronte alle assenze dei docenti per malattie o quarantene, anche a causa di casi in famiglia – spiega – e in questo momento è difficilissimo trovare supplenti, forse spaventa entrare nelle scuole».

Altro argomento caldo è quello della mensa, dove secondo le indicazioni ministeriali bisognerebbe rispettare i due metri di distanza in caso di un positivo in classe. Indicazioni però difficilmente applicabili nei refettori attuali. Soluzioni definitive non ce ne sono, si cerca la collaborazione dei genitori, senza però imporre nulla. «Chiediamo a chi può di venire a ritirare i propri figli per il pranzo – spiega la preside – è un gesto facoltativo, capiamo benissimo le difficoltà, ma d’altra parte abbiamo una normativa da rispettare, che soprattutto per le scuole secondarie è molto stringente».

GALBUSERA: “FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ A CAPIRE LE DISPOSIZIONI”

Un po’ più tranquilla, almeno al momento, la situazione all’Istituto Galbusera che raggruppa i plessi di Novegro e San Felice. Qui, secondo i dati fornitici dal dirigente il 24 gennaio, le classi in quarantena sono 9 in totale (1 all’infanzia, 4 alla primaria e 4 alla secondaria). La buona notizia è che proprio lunedì 24 quattro classi sono rientrate in classe dopo 10 giorni di Dad.

«La situazione è difficile – conferma il dirigente Vittorio Sacchi – soprattutto è difficile far capire alle famiglie le nuove disposizioni, in particolare modo se ci troviamo di fronte a una famiglia straniera. Le circolari ministeriali hanno termini tecnici, di difficile comprensione e  i genitori sono confusi, non sanno cosa devono fare. In più noi come scuola non sappiamo cosa ATS comunichi alle famiglie una volta aperta la procedura e quindi è complicato anche il conteggio dei giorni per stabilire quando fare i tamponi di rientro… Capisco quanto siano in difficoltà i genitori…”.

Insomma una vera corsa a ostacoli per la scuola, ma nessun dubbio sulla necessità di restare aperti. «La scuola in presenza è impagabile – commenta la Trisolini. Nonostante le fatiche siamo convinti che si debba fare di tutto per garantirla ai nostri alunni»

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