Un centinaio i nuovi arrivi: si cercano soluzioni per gli alloggi e per creare occasioni di inserimento, soprattutto per i minori
La macchina dell’accoglienza cittadina ora ha una marcia in più. Ed è pronta a mettersi in moto per affrontare la crisi umanitaria e la prevedibile ondata di arrivi che potrebbe intensificarsi nelle prossime settimane. Sono state 28 le associazioni cittadine che hanno risposto alla chiamata dell’assessore Barbara Bianco, che ha convocato il mondo del volontariato cittadino “allargato” lo scorso 24 marzo in Municipio per un primo faccia a faccia sulla gestione dell’emergenza Ucraina. Una partecipazione massiccia, che ha spostato in Sala consiliare, l’unica con la capacità per contenere tutti i convenuti. Il 31 marzo si è tenuto il secondo incontro dedicato alle associazioni culturali e sportive. Già, perché il Comune, dopo le prime iniziative solidali con l’invio di due diverse spedizioni nei territori di confine dirette ai profughi ucraini, è al lavoro ora su un doppio fronte, per così dire.
PRIMO PASSO: CERCARE ALLOGGI
Al momento, secondo la cabina di regia di via 1° Maggio, sarebbero un centinaio le persone arrivate in città, per la quasi totalità bambini e ragazzi accompgnati da mamme e nonne (prima della guerra i cittadini ucraini residenti a Segrate erano 123). Il primo impegno è quindi quello legato all’accoglienza vera e propria, dato che finora i profughi arrivati risultano per lo più ospiti di parenti ma si prevede l’arrivo di persone al di fuori del canale dei rincongiungimenti familiari. «Stiamo dando tutte le informazioni necessarie sulla registrazione degli arrivi, le comunicazioni, la profilassi sanitaria e lavoriamo con le scuole per l’inserimento dei minorenni (dove sono già stati inseriti 15 bambini n.d.r) – spiega Bianco – ci sono già diversi privati che hanno dato la loro disponibilità a mettere a disposizione locali o appartamenti, al momento l’ospitalità è gestita da Caritas ma da ieri si è aperta una call anche del Distretto sociale Est Milano di cui facciamo parte per il reperimento di alloggi».
SECONCO PASSO: CREARE OCCASIONI DI INCONTRO
La seconda partita riguarda invece le associazioni. «Ho chiesto loro di pensare a proposte per i bambini e i ragazzi ucraini, in modo da creare occasioni di svago con i loro coetanei in questo difficile momento – continua l’assessore – c’è molta collaborazione e credo a breve potremo concretizzare i primi progetti». Da segnalare su questo fronte l’iniziativa dell’oratorio di Lavanderie che si è messo subito a disposizione per aprire un giorno alla settimana le proprie porte a ragazzi e famiglie di profughi.
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